Assemblea diocesana Caritas, per "prendersi cura di chi si prende cura"
Tante informazioni e la testimonianza su marginalità e accoglienza del gesuita padre Alberto Remondin: questo il programma dell’assemblea annuale di Caritas diocesana del 12 novembre. Un momento prezioso per riprendere i rapporti, per fare squadra e per “prendersi cura di chi si prende cura”.
Volontari delle Caritas parrocchiali e dei Centri d’ascolto vicariali, responsabili dei coordinamenti, parroci e persone che operano in realtà attigue
Sono tutti sono invitati sabato 12 novembre, dalle 9 alle 12.30, all’annuale assemblea diocesana Caritas che si svolge all’interno del teatro dell’Opsa di Sarmeola.
L’appuntamento, sempre più sentito e partecipato, ha molte finalità: oltre a comunicare novità e aggiornamenti, e oltre a dare l’occasione di incontrare volontari da ogni angolo della diocesi, è prima di tutto un tempo per “prendersi cura di chi si prende cura”.
«Ci siamo resi conto dalle richieste dei volontari – spiega Daniela Crivellaro – referente per l’area formazione e animazione di Caritas Padova – che c’è sempre più bisogno di rimotivarsi e di crescere: se non si rimane con le orecchie e gli occhi aperti, a lungo andare, si resta inariditi».
È forte il rischio che il bene che viene fatto divenga una routine usurante quando i primi slanci hanno perso la loro carica propulsiva: «La formazione è uno stimolo per tenere il cuore aperto e rileggere continuamente il proprio vissuto: tanti fanno servizio da anni, sono organizzati bene e ci mettono davvero tutto, ma a volte manca lo spazio dedicato a loro, un modo per interrogarsi se quello che stanno facendo sia adatto ai tempi o se sia efficace per far crescere la comunità».
Il programma
La prima parte della mattinata, più interattiva e dinamica, vedrà protagonisti gli operatori della Caritas diocesana, che condivideranno aggiornamenti, linee di pensiero, informazioni sull’Avvento ormai imminente e su tutto quello che si sta muovendo in diocesi, dai Cantieri di Carità e Giustizia fino ai giovani, impegnati nel Sinodo indetto dal vescovo Claudio.
Non mancherà una chiosa sul tema – sempre presente – dei profughi e la proposta di schede di formazione con alcune tracce di incontro già strutturate: «Invitiamo i volontari a darci un’occhiata – continua Daniela Crivellaro – e a vedere su quali temi e tipi di approccio fermarsi su questi materiali. È importante che si concedano “una sosta”, per capire come si spendono per gli altri e per guardare verso loro stessi avendo cura del loro gruppo».
La parte finale dell’incontro che durerà fino alle 12.30 vedrà le risonanze del gesuita padre Alberto Remondini, che ha aperto a Genova un centro di accoglienza per i senza dimora
«È un grande conoscitore di situazioni di marginalità, e di marginalità grave – annuncia Daniela Crivellaro – e dato ha compiuto molte opere concrete, potrà condividere con noi le sue esperienze e suggerire agli operatori delle Caritas parrocchiali le attenzioni da avere nel contatto con le persone». Padre Remondini ricorderà anche quanto sia importante continuare a formarsi.
Al di là dei tanti contenuti proposti, l’ingrediente più prezioso dell’incontro resterà, appunto, l’incontro
«Spesso sentiamo i volontari quando ci sono necessità o impellenze, mentre quando le cose vanno bene c’è il rischio di perdere i contatti. Così, invece, ci incontriamo tutti e sentiamo di far parte di un’unica famiglia: i volontari capiscono che quello che vivono nelle loro parrocchie è condiviso dalle altre e così, insieme, possiamo alzare lo sguardo, in un cammino che ha sì fatiche e delle complessità ma che ci porta sempre a cambiamenti importanti».