A Creola il Noi c'è già. Ora si attende il patronato
Il patronato sarà pronto a fine anno, ma il circolo Noi già esiste da alcuni mesi. A Creola, parrocchia nel Comune di Saccolongo, c'è grande attesa. In un paese dove non c'è più né supermercato, né bar, né centro anziani, c'è grande attesa per la fine dei lavori per il patronato che porterà il nome di don Luigi Mazzucato, anima storica del Cuamm, e che sulla facciata sfoggerà le pietre della vecchia chiesetta.
Il patronato nuovo ancora non c’è, ma il circolo Noi già esiste
Si forma e lavora insieme in vista del giorno, sempre più vicino, nel quale potrà entrare, con i suoi volontari, nelle stanze che ora prendono forma, per un caffè, una riunione, un pomeriggio insieme in allegria dove, con le risate, si cementa la comunità.
A Creola, parrocchia nel comune di Saccolongo dal territorio molto esteso lungo il corso del fiume Bacchiglione, da molto tempo si coltivava prima timidamente, poi con sempre maggior chiarezza, un sogno: un patronato nuovo.
«Il patronato già c’era – ammette Paolo Mantovan, segretario del neonato circolo Noi – ma era molto vecchio e non era conferme alle esigenze che pian piano si sono fatte sentire dentro la nostra comunità».
Già a fine 2013, in occasione dell’antica fiera di San Michele, uno dei momenti più attesi per la comunità di Creola, il parroco, don Emilio Moro, ribadiva: «Abbiamo bisogno di un nuovo centro parrocchiale. Gli spazi che abbiamo adesso sono inadeguati ad accogliere tutte le nostre attività: oltre ai gruppi e alla catechesi ci sono tanti giovani che si incontrano per fare teatro e per suonare insieme. Ora sta terminando la frase progettuale, ma la comunità già non vede l’ora di mettere piede nel suo patronato. È proprio a questo sogno che destineremo tutti i proventi della fiera».
Il bisogno nel corso degli anni è sempre stato più sentito, anche perché, a Creola, non è rimasto praticamente nulla
«C’era un supermercato – racconta Paolo Mantovan – ed è stato chiuso. C’era un piccolo bar, e pure quello è stato chiuso. C’era la vecchia scuola di Creola, una palazzina di fronte alla chiesa, che veniva usata come centro anziani da parte del comune. Purtroppo, si sono verificati dei guasti, e dato che i costi per la ristrutturazione sarebbero ingenti, è stato chiuso anche quello. Quando il centro parrocchiale sarà aperto, Creola finalmente avrà di nuovo un punto di ritrovo: qui saranno benvenuti anche gli anziani del vecchio centro».
I lavori per il patronato nuovo sono iniziati a fine 2015, con la demolizione del vecchio patronato dei primi anni ’70 – all’epoca ricavato da un’antica stalla adiacente alla canonica – e dovrebbero concludersi per la fine del 2017.
«Abbiamo deciso di intitolare il nuovo centro parrocchiale a don Luigi Mazzucato, fondatore del Cuamm, che proprio di Creola era originario. È un modo per ringraziarlo per tutto il lavoro che ha fatto per l'Africa e la chiesa padovana e per dimostrare il grande orgoglio che la nostra comunità prova per averlo avuto con sé».
Il centro parrocchiale sarà un’estensione del vecchio, demolito e ricostruito, con un grande salone al piano terra, comprensivo di bar, che prima non c’era, più salette per i diversi gruppi.
Ma qui, la passione per la storia che riprende l’antico e lo trasforma in fondamenta per il futuro non si esaurisce: «Sulla facciata del nuovo centro parrocchiale saranno incastonate, per bellezza, alcune pietre che appartenevano alla chiesetta del borgo di Creola vecchia, demolita nel 1954, ma originaria del 1100. Così la storia continuerà a vivere».
Ma non bastano le pietre, seppur prestigiose, per fare un patronato. Ci vuole un’anima che lo abiti e lo guidi. Per questo, sebbene l’edificio non sia ancora completato, il circolo Noi già esiste: «Abbiamo fondato l’associazione San Michele di Creola alla fine del dicembre scorso – racconta Mantovan – dopo le varie registrazioni, sempre assistiti da Davide Polito del Noi Padova, a metà gennaio è nato ufficialmente il nostro circolo Noi San Michele».
Ma la storia è ben più lunga: «Avevamo già contattato il direttivo due anni fa. Allora, Roberta Malipiero era venuta da noi spiegandoci l’importanza di aderire al Noi, anche dal punto di vista legale e perché alcune cose, sebbene in seno alla parrocchia, vadano gestite come circolo».
Ed ha già portato dei frutti: «Il patronato non c’è ancora eppure abbiamo già più di 200 iscritti. I futuri volontari del bar stanno già partecipando ai corsi Hccp. Siamo in tanti e siamo entusiasti: già abbiamo molte idee in testa per incontri, mostre, teatro, aperture del bar. Puntiamo a crescere ancora di più, per accrescere ulteriormente questo entusiasmo e coinvolgendo sempre più persone perché si mettano in gioco. È ovvio che la priorità dei patronati è il coinvolgimento dei giovani, e che chi si impegna spesso lo fa per i propri figli, ma credo che tutte le fasce d’età saranno contente di avere un posto dove sentirsi come a casa, dalle mamme agli anziani che potranno avere di nuovo un posto dove trovarsi per giocare a carte. Questo manca molto a Creola e non vediamo l’ora che l’attesa finisca».