La coop Tesori della natura ha aperto "Pane nero": cucina sana e naturale e agricoltura sociale
La cooperativa sociale Tesori della natura ha da poco inaugurato "Pane nero", il nuovo ristorante di cucina naturale e sana all'interno di un antico casale ristrutturato in mezzo alla campagna di Villa del Conte nel Padovano. Il progetto prevede anche lo sviluppo dell'agricoltura sociale attraverso l'inserimento lavorativo di persone con disabilità.
Ha aperto da poco in provincia di Padova “Pane nero”, nuovo ristorante che ha scelto di fare della cucina naturale e sana i suoi punti di forza e di ispirarsi alla tradizione innovandola e reinterpretandola. Gestito dalla cooperativa sociale Tesori della natura, “Pane nero” ha la sua sede in un antico casale ristrutturato a Villa del Conte (via Mira 7): è il primo passo di un importante e più ampio progetto di agricoltura sociale, che in futuro prevede anche l’inserimento lavorativo di alcune persone con disabilità nella coltivazione di verdure e ortaggi poi utilizzati in cucina.
Mangiare “bene” e mangiare “buono” sono i due principi che “Pane nero” vuole sposare insieme, accogliendo la sfida di dimostrare come sia possibile coniugarli in ogni piatto all’interno di un menu che, pur non rinunciando alla creatività e all’innovazione, mette al centro ingredienti semplici e “autentici”. Il tutto in linea con la mission della cooperativa Tesori dalla Natura che, sempre in zona, produce the, infusi e tisane con ingredienti naturali e lavorati a mano per conservarne intatte tutte le proprietà. E per poter avvicinare più persone possibili a questa filosofia, l’intenzione è quella di proporre un menu capace di tenere insieme cucina di qualità con accessibilità e sostenibilità dei suoi prezzi.
Un progetto dunque, non solo un ristorante, perché i promotori intendono farne un polo culturale di educazione e sensibilizzazione ai temi della salute, della sana alimentazione, del rispetto dell’ambiente, proponendo anche corsi di cucina, laboratori per le scuole,...
E già dal nome, del resto, è chiara la filosofia che ispira e guida il progetto: il “pane nero” è alimento genuino, prodotto con farine integrali non trattate e per questo sano e ricco di proprietà benefiche per l’organismo, cibo che rievoca i sapori di un tempo e una cucina sobria. Per questo la selezione dei prodotti è assai accurata: la frutta e la verdura sono da culture biologiche e locali (partner la cooperativa Tamiso); la carne proviene da allevamenti non intensivi del territorio; il pane e la pasta sono fatti in casa con farine integrali e biologiche prodotte da mulini vicini e anche i dolci sono di produzione propria; infine i vini comprendono un’ampia scelta di produzioni biologiche dei Colli Euganei e di Valdobbiadene. Sempre per coerenza agli obiettivi, centrale è il rispetto dei tempi della natura, che si traduce nella stretta stagionalità del menu proposto e nella freschezza degli ingredienti; attenzione anche alle modalità di cottura (laddove necessaria) rispettose delle proprietà nutritive dell’alimento e della salute. E ancora, il ricercato menu comprende proposte per vegetariani, vegani, celiaci e persone con intolleranze alimentari e allergie.
Un ritorno e una valorizzazione dell’autentico che si riflette pure nelle scelte compiute dagli architetti curatori del progetto di ristrutturazione dell’edificio in cui il ristorante ha trovato la sua naturale collocazione: un ampio casale immerso nella campagna dell'Alta Padovana, costruito nel 1926, che i tre giovani e affermati architetti Michel Carlana, Luca Mezzalira e Curzio Pentimalli hanno voluto riconsegnare il più possibile nella sua “genuinità”, recuperandone la sobrietà rurale, l’atmosfera domestica, l’essenzialità di un tempo. E il loro è stato innanzitutto un intervento di eliminazione del superfluo, di riscoperta e in certo senso di “riscatto” dell’immobile tramite un’operazione paziente e sensibile di ricalco e di riscrittura: a partire dal recupero dei muri, i pavimenti e i soffitti originali per arrivare al ridisegno di molti degli elementi di arredo preesistenti.
Ad accogliere i commensali di “Pane nero” tre sale, di cui una molto ampia, per un totale di quasi 70 coperti, a cui potranno aggiungersi altre 40 persone che il bel porticato esterno consentirà di ospitare d’estate.
Attorniato da 8 mila metri quadri di terra, il ristorante si colloc in un territorio che in questi ultimi anni vede in crescita il cicloturismo e il turismo sostenibile: da “Green tour - Verde in Movimento”, progetto regionale incentrato sulla storica ferrovia dismessa Treviso-Ostiglia, al “Camminamento di ronda” delle mura di Cittadella e il limitrofo parco naturalistico della palude di Onara.