Emergenza carceri: «Siamo sulla buona strada»
Relazione della commissione Giustizia della Camera. Auspicata l'attuazione del piano carceri, ma le prime misure strutturali funzionano. Amnistia e indulto? Serve un'assunzione di responsabilità politica. L'auspicio è che si approvi entro marzo la riforma della custodia cautelare e il provvedimento su messa alla prova e detenzione domiciliare.

Amnistia e indulto? Rappresentano un'assunzione di responsabilità politica di cui occorre essere ben consapevoli. L'auspicio è che si approvi «entro marzo la riforma della custodia cautelare e il provvedimento su messa alla prova e detenzione domiciliare» e che ad aprile il governo fornisca «un quadro complessivo ed effettivo dell'applicazione dei nuovi interventi normativi posti in essere in questa prima fase di legislatura e dell'incidenza sulle cause del sovraffollamento carcerario».
Così Donatella Ferranti (Pd) conclude la relazione della commissione Giustizia della camera sulle tematiche oggetto del messaggio che il capo dello stato ha rivolto al parlamento lo scorso 7 ottobre.
I primi risultati strutturali. Ferranti passa in rassegna quanto finora messo in campo in risposta alla condanna della Corte europea dei diritti dell'uomo per trattamenti inumani e degradanti, soffermandosi in particolare sul recente decreto legge varato dalle camere. Specifica attenzione, peraltro, è dedicata all'elevato numero di detenuti in attesa di giudizio e all'«impennata» di presenze di tossicodipendenti e piccoli spacciatori derivata dalla Fini-Giovanardi dichiarata ora incostituzionale dalla Consulta.
«Siamo sicuramente sulla buona strada, con misure strutturali – dice in aula la presidente della commissione Giustizia – in linea anche con i più recenti studi empirici secondo i quali per ridurre il rischio di recidiva e l'effetto delle porte girevoli occorre piuttosto puntare su misure alternative alla detenzione. E però – avverte l'esponente del Pd – se è chiaro che il legislatore ha inteso superare l'ottica degli interventi emergenziali, occorre affiancare le misure strutturali con l'attuazione definitiva del piano carceri e recuperare l'intero sistema penitenziario gravemente depauperato in termini di risorse umane ed economiche».
Quanto a misure straordinarie come amnistia e indulto, la relatrice avverte: «Senza dubbio rappresentano rimedi di immediato impatto deflattivo, ma implicano da parte del parlamento e delle forze politiche un'assunzione di responsabilità politica di cui bisogna essere ben consapevoli». Sul punto, la relazione della commissione, conclude Ferranti, «si è limitata a fornire dati di valutazione, segnalando che i reati per i quali si registra una maggiore presenza in carcere sono, oltre alla produzione e spaccio di stupefacenti, la rapina, il furto, la ricettazione, l'estorsione, la violenza sessuale e l'omicidio».