La Basilica di Sant'Agostino, brutalmente "cancellata" nel 1806. La prima chiesa mendicante
Accanto all’incendio del Salone, che nel 1420 ha praticamente cancellato gli affreschi di Giotto, e il bombardamento degli Eremitani nel 1944, la demolizione della basilica di Sant’Agostino, perpetrata dagli Austriaci nel 1819, è uno dei più gravi danni inflitti al patrimonio artistico padovano.
In pochi mesi i picconi asburgici cancellarono, con la complicità o almeno l’ignavia dei poteri locali che non si opposero con la dovuta energia, la più antica costruzione domenicana dell’area triveneta, definita “pantheon degli uomini illustri”, a cominciare dagli stessi signori Carraresi, che scelsero Sant’Agostino quale esempio di gloria e splendore insieme sacro e profano. La chiesa intitolata al vescovo d’Ippona “ispiratore” di tante forme di vita religiosa, era stata iniziata nel 1226 dai Domenicani (anche...