Instancabile Laura: lavoratrice, tifosa e dirigente dell'Us Arcella. «La squadra è la mia vita»
E' presente a ogni partita e se proprio è costretta a rinunciare, non è per febbre o malattia, ma perché bloccata a lavoro. E' in società da più di 20 anni, ha visto tanti ragazzi crescere e a loro trasmette i valori sani del patronato. E, per la Festa dello sport, ha organizzato la partita di beneficenza tra le vecchie glorie del Padova e dell'Arcella.
Lavoratrice di giorno, dirigente sportivo e soprattutto tifosa nelle restanti ore della giornata: scambiare due parole con Laura è stato più arduo del previsto semplicemente perché lei, dinamica e instancabile, durante la Festa dello sport dello scorso maggio, ha girato in continuazione, presa in un vortice di cose da sistemare affinché tutto fosse in ordine e andasse per il verso giusto. Sua è stata la bellissima idea di organizzare, tra le varie attività proposte dal patronato del santuario di Sant'Antonino in occasione della Festa dello sport, un’amichevole tra le vecchie glorie del Padova e quelle dell’Arcella, nella quale spiccano i nomi di Luca Rossettini ed Elisa Camporese , calciatori ancora in attività: «Solitamente facciamo sempre qualcosa di particolare e che possa attirare un po’ di gente e per questa edizione, dopo aver chiamato alcuni vecchi giocatori biancoscudati per capire se fossero stati disponibili, ho pensato di organizzare questo match». Mentre, con soddisfazione nei suoi occhi, guarda la sua “creazione” e i 22 in campo, Laura ricorda anche il fine nobile dell’iniziativa: «E’ una partita anche di beneficenza perché l’incasso ottenuto con offerta libera è stato devoluto alla fondazione "Città della Speranza" nata per assistere i bambini leucemici ricoverati in ospedale».
Laura lavora in un negozio di ottica a Padova ed è anche responsabile marketing dell’Unione sportiva Arcella e dirigente della prima squadra, un ruolo che ricopre da decenni: «Sono all'interno della società da quando mio figlio aveva sei anni, ora ne ha 27. Ho iniziato coi piccolini per poi passare nelle varie squadre. Per me è un bel posto dove ritrovarsi: sono presente a tutte le partite e se ne salto una non è per malattia - perché vengo anche con la febbre - ma semplicemente perché sono bloccata a lavoro. Quando posso, seguo anche gli allenamenti, diciamo che vivo quotidianamente con i ragazzi».
La prima squadra di calcio dell’Arcella le ha regalato, negli ultimi due anni, un’enorme gioia: «Tra il campionato precedente e quest’anno, siamo rimasti imbattuti per 51 giornate di fila; nella stagione appena conclusa, inoltre, abbiamo subìto solo 17 gol e vinto il campionato con l’accesso in Promozione. I ragazzi sono stati bravissimi, ma l’Unione sportiva Arcella non è solo calcio: abbiamo più di 400 atleti suddivisi in varie discipline come pallavolo e basket. Questa famiglia è prima di tutto un luogo dove inculcare e trasmettere princìpi sani». E alla domanda “che cos'è l’Arcella” Laura, senza esitazione, afferma: «E’ la mia vita».