Un Terzo settore in attesa della ripartenza. Le azioni del Terzo Settore a partire da alcuni dati pubblicati dal Censis
La progettualità di queste organizzazioni può essere una grande risorsa per gestire questa fase di transizione.
Le realtà del Terzo settore proprio in questo periodo di difficoltà diffusa tra i cittadini hanno l’occasione di mostrare la capacità di andare incontro ai loro bisogni. Stiamo scoprendo che le vulnerabilità sono diverse: economiche, lavorative, ma anche assistenziali e formative. Gli effetti della pandemia e la sofferenza di una società un po’ stordita dal colpo, che ancora stenta a riprendersi, si fanno sentire.
In “I soggetti dell’Italia che c’è e il loro fronteggiamento della crisi” il Censis ha individuato alcuni attori sociali del Paese tra i quali proprio le organizzazioni di Terzo settore e ne ha rilevato le azioni durante la fase 1 e l’inizio della fase 2. Anche il mondo del sociale è stato colpito in pieno dalla crisi. Dai dati raccolti si evince che solo il 19,5% è riuscito a proseguire i suoi servizi senza difficoltà, mentre il 57,8% ha subito una drastica riduzione la porzione rimanente ha dovuto bloccare le sue attività durante il periodo di distanziamento sociale.
Tuttavia molte realtà hanno saputo reagire e mettersi in moto per andare incontro alle persone. Per tornare alla relazione con i cittadini nel ricorso alla tecnologia digitale, sono stati riorganizzati gli ambienti per poterli accogliere e, soprattutto sottolinea il Censis, una parte consistente (il 56,2%) ha adattato i propri servizi per rispondere alle mutate esigenze. Così sono state organizzate iniziative per distribuire gli alimenti e per consegnare beni di prima necessità alle fasce più fragili della popolazione, ma si sono anche intraprese iniziative nuove in seguito alle restrizioni. Alcuni servizi sono stati dedicati ai minori per ridurre la povertà educativa con la distribuzione di device per seguire le lezioni a scuola ai bambini e ragazzi, che ne avevano bisogno; sono state proposte attività di supporto alla didattica online; sono state proposte iniziative per promuovere la socialità a distanza. Altri servizi – tramite call center ad esempio – sono stati attivati per il supporto psicologico e di ascolto; altri ancora hanno proposto percorsi artistici e culturali online.
In questo modo alcune realtà del Terzo Settore sono andate incontro ad alcuni nuovi utenti: agli alunni (58,2), alle persone in difficoltà economica (50,9%), ai bambini in età prescolare (36,3%) alle persone sole (36,9%) alle famiglie con persone disabili (34,9%). Conclude il Censis che la progettualità di queste organizzazioni può essere una grande risorsa per gestire questa fase di transizione che ancora non vede mete ben definite.