Servizio civile, è tempo di normalità. Ma 1.779 ragazzi hanno abbandonato l’attività

Il sistema del Servizio Civile Universale, dopo l’emergenza legata alla pandemia da Covid-19, è tornato alla sua completa normalità. Da febbraio sono stati 91 i casi di giovani volontari positivi al COVID-19, rilevati dagli enti e comunicati tempestivamente al Dipartimento

Servizio civile, è tempo di normalità. Ma 1.779 ragazzi hanno abbandonato l’attività

Il sistema del Servizio Civile Universale (SCU), dopo l’emergenza legata alla pandemia da COVID-19, è tornato alla sua completa normalità. Lo conferma l’ultima rilevazione pubblicata dal Dipartimento per le Politiche giovanili e il SCU, che riporta come “al 15 agosto, il 96% degli enti di servizio civile (1.042 su 1.080, con progetti che coinvolgono circa 400 operatori volontari) hanno comunicato lo stato di riattivazione o l’interruzione dei propri progetti. Complessivamente risultano “impegnati”, sulle 14.167 sedi previste, 32.936 operatori volontari, includendo nel totale anche i volontari di prossima partenza. Di questi il 97,21%, pari a 32.020 giovani sono tornati (o torneranno a breve) in servizio attivo in 12.414 sedi (pari all’88% di quelli totali)”.

Risultano così solo 516 (il 15 giugno erano 2.739 e il mese scorso 831) gli operatori volontari (l’1,6% del totale) che hanno dovuto interrompere temporaneamente il proprio servizio a causa dell’assenza di sufficienti condizioni di sicurezza o di strumenti organizzativi ed operativi necessari a ripartire. “Dal 16 aprile – segnala il Dipartimento -, quando le interruzioni coinvolgevano 5.692 volontari (valore corrispondente al 18,5% del totale) ad oggi, oltre 5.100 volontari hanno ripreso servizio. Sono invece 56 gli operatori volontari che hanno dovuto cessare il proprio servizio a causa dell’interruzione definitiva dei progetti sulle 20 sedi presso cui erano impegnati; per loro sarà possibile presentare una nuova candidatura ad uno dei prossimi bandi di selezione che verrà prossimamente emanato”.

La ripresa delle attività inoltre non è stata del tutto indenne per il sistema del SCU, dato che il Dipartimento segnala come siano stati 1.779 i ragazzi che hanno abbandonato il loro servizio civile da febbraio scorso, pari al 5,4% del totale, ma con un rapporto “dimissionari/avviati” che, soprattutto negli ultimi mesi, ha mostrato “un trend crescente”. “Ciò è in parte riconducibile – spiega il Report - all’effetto dell’emergenza, che ha modificato i ‘progetti’ di giovani, che - seppur ribadiamo per valori minimi – hanno dovuto, per diversi motivi, rinunciare alla propria esperienza di servizio civile”. Inoltre sono stati 91 i casi di giovani volontari positivi al COVID-19, rilevati dagli enti e comunicati tempestivamente al Dipartimento, per la maggior parte dei quali è stato attivato il regime di quarantena e la misura dei giorni di malattia “straordinari”, aggiuntivi rispetto ai 30 normalmente previsti dalla normativa del SCU.

Per quanto riguarda i dati relativi alle riattivazioni avvenute, dal Report emerge che sono 23.034, pari al 71,9%, gli operatori volontari attualmente in servizio che svolgono le attività così come erano essenzialmente previste nei progetti originari, mentre sono 8.986 (il 28,1%) quelli impegnati in progetti che hanno subito una rimodulazione per la ripresa delle attività. “Il graduale percorso in atto verso una ripresa dei progetti secondo le iniziali ‘intenzioni’ progettuali – segnala il Dipartimento - è confermato dall’analisi dei dati relativi alla modalità delle riattivazioni ad oggi rispetto ai mesi precedenti: il valore dei volontari impiegati ‘sul campo’ infatti è più che raddoppiato rispetto al 16 aprile, mentre il dato relativo alla modalità ‘da remoto’, nello stesso periodo, mostra quasi un dimezzamento dell’impiego dei volontari”.

Altro caso particolare sono i giovani impegnati nei progetti all’estero. “Attualmente – segnala il Report -, rispetto ai progetti ‘riattivati’, circa 2/3 dei giovani coinvolti sono ripartiti per i Paesi esteri di destinazione. In particolare, al 15 agosto scorso, dei complessivi 673 operatori volontari impiegati in progetti all'estero, 210 svolgono servizio attivo, di cui 136 nei paesi esteri di destinazione e 74 in Italia. Di tali 210 volontari: operano con procedura ordinaria 175 (di cui 136 all'estero), mentre 35 con procedura rimodulata (tutti in Italia). Nei dati sopra riportati sono compresi anche 16 giovani volontari dei Corpi Civili di Pace che sono ancora impegnati in attività sul campo. Per i restanti volontari gli enti proseguono nell'interruzione temporanea dei progetti. Nel mese di settembre il Dipartimento valuterà insieme agli enti l'opportunità di prevedere la ripartenza per l'estero dei volontari interessati o, nel caso in cui non ci fossero le necessarie condizioni, prendere in considerazione anche la possibilità di chiusura definitiva dei progetti, come peraltro già accaduto in alcuni casi”.

“In questi mesi i progetti di servizio civile hanno rappresentato strumenti preziosi per garantire supporto quotidiano e assistenza alle comunità, in uno sforzo comune reso possibile grazie al contributo dell’intero sistema di servizio civile, che ha saputo reinterpretare il proprio ruolo e adattarsi a contesti nuovi e complessi”, conclude il Dipartimento, che il 31 luglio scorso ha anche aggiornato la Circolare sull’impiego degli operatori volontari SCU, tenuto conto della proroga dello stato di emergenza al 15 ottobre 2020. (FSp)

Fonte: https://www.politichegiovanilieserviziocivile.gov.it/media/638718/dati_progetti_riavviati_15_agosto_2020.pdf

Copyright Difesa del popolo (Tutti i diritti riservati)
Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)