Separazione vista dai bambini. Garlatti: “Far avere la certezza ai figli di continuare ad avere due genitori che li amano”
“Perché proprio a me? La separazione vista da bambini” è un’iniziativa promossa e finanziata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, nata da un’idea di Paola Cavatorta. Disegni e parole sono stati raccolti in oltre dieci anni di Gruppi di Parola del Consultorio familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma
“Perché proprio a me?”. È la domanda che molti bambini si pongono quando vivono la separazione dei genitori. E “Perché proprio a me?” è anche il titolo del libro presentato dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, mercoledì 16 ottobre, al Maxxi – Museo nazionale delle arti del XXI secolo di Roma. “Perché proprio a me? La separazione vista da bambini” è un’iniziativa promossa e finanziata dall’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, nata da un’idea di Paola Cavatorta. Disegni e parole sono stati raccolti in oltre dieci anni di Gruppi di parola del Consultorio familiare dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Essi danno voce ai bambini e raccontano le emozioni che vivono, i dubbi e le domande che si fanno. Spiegano come i figli affrontano le nuove realtà familiari. Le immagini del libro, selezionate dallo staff del Consultorio familiare della Cattolica di Roma da un repertorio di circa mille disegni, sono state inserite in un prodotto grafico, firmato da Antonella Abbatiello e Stefano Baldassarre. Ad accompagnarle i commenti elaborati dal gruppo di esperti nella sede dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Il libro è articolato in sei capitoli, che riprendono le fasi degli incontri dei Gruppi di parola. L’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Carla Garlatti, ci spiega l’iniziativa.
Dottoressa Garlatti, perché è importante questo libro?
È un libro fatto dalle bambine e dai bambini ma per pensato per gli adulti. Mi auguro che questo possa aiutare i genitori a porre al centro i figli, per costruire una comunicazione nuova e positiva.
La separazione non è innocua per un bambino perché va a incidere sul suo bisogno di sicurezza.
Fa emergere paure, interrogativi, incertezze e altri stati d’animo ai quali abbiamo voluto dare voce.
Il volume nasce da una selezione di frasi e disegni di bambini che hanno partecipato ai Gruppi di parola…
I Gruppi di parola sono uno strumento prezioso per i bambini, che vivono quasi sempre come un dramma la separazione dei genitori, e li aiutano ad affrontare con maggior consapevolezza un momento delicato della loro esistenza e a far comprendere ai genitori che “separarsi bene” aiuta i figli a vivere meglio. Per i bambini la famiglia è importante perché è il primo nucleo nel quale il bambino si forma. Anche la Convenzione Onu sui diritti del fanciullo, che è il perimetro normativo dentro il quale l’Autorità garante deve muoversi, indica proprio nella premessa l’importanza della famiglia per un bambino. Tutti i cambiamenti che avvengono nella famiglia hanno una ricaduta sul bambino. Il cambiamento può essere traumatico o piacevole, a seconda dei casi.
La separazione arriva sul bambino come qualcosa, il più delle volte, di inaspettato. Sicuramente noi non intendiamo colpevolizzare o stigmatizzare i genitori che si separano, è uno dei tanti accadimenti della vita, ma in tali circostanze è fondamentale che la coppia faccia attenzione a non danneggiare i figli.
In che modo?
È importante che i genitori si ricordino che, anche se non sono più una coppia, continuano ad essere genitori e come tali devono essere percepiti dai figli, i quali devono essere aiutati a superare il disorientamento, la paura, l’ansia, l’incertezza, che deriva da un cambiamento così radicale nella loro vita. Un cambiamento fortissimo perché intanto cambiano i componenti del nucleo familiare, uno dei due genitori non c’è più. A volte cambiano la casa, la scuola. Il tipo di vita del bambino cambia, va da una casa all’altra dei genitori separati. Ma i bambini sono metodici, hanno bisogno di punti di riferimento. Perciò, questi cambiamenti possono essere vissuti dai bambini in maniera traumatica.
Attraverso il libro, i disegni dei bambini, si dà voce ai sentimenti dei bambini, in modo tale che i genitori si rendano conto e agiscano di conseguenza, perché se, come dicevamo prima, separarsi è un accadimento della vita che nessuno può contestare, “separarsi bene” è faticoso, ma è quello che deve essere fatto affinché i bambini non soffrano.
Questo nuovo impegno rientra in tutta l’attività portata avanti da lei, come Autorità garante, di dar voce a bambini e adolescenti…
Esattamente. In realtà, anche in questi casi, i bambini non hanno voce.
In Tribunale i bambini vengono ascoltati nelle separazioni, specie quelle conflittuali, ma non è quella la sede nella quale avrà occasione di esprimere paure, angosce. Questi sentimenti esulano dal contesto giudiziario.
Gli stessi genitori molte volte affrontano la “questione figli” per gli aspetti pragmatici, come regolamentare le visite e stabilire l’assegno di mantenimento. Rimane sullo sfondo, ma non deve essere così, il sentimento del bambino, la sofferenza, come certe decisioni o non decisioni ricadano sul bambino, a volte in maniera traumatica. Di tutti questi aspetti può succedere che il genitore non si renda conto, ma una conflittualità tra i genitori ricade molto negativamente sui bambini che avvertono sensi di colpa, frustrazioni, strattonati da una parte e dall’altra. Nel libro tutto questo si coglie bene, come nell’affermazione di un bambino che dice: “Mi sento tirare da una parte e dall’altra, mi sento rompere a metà”. Oppure un altro che dice: “Mi sento un pacchetto postale”. Questo piccolo libro – piccolo solo per il formato – vuole favorire una nuova comunicazione, un modo nuovo per sollecitare un ascolto profondo, vero, autentico delle esigenze dei figli, mettendoli al centro.
Quale messaggio vuole lanciare attraverso questa iniziativa?
Se separarsi accade, i genitori non dimentichino che restano genitori.
Siccome sicuramente amano i loro figli, questo amore deve essere percepito dai bambini, che vedono cambiare il loro contesto di vita, perché le relazioni si evolvono ma i figli devono avere la certezza che continuano ad avere due genitori che li amano.