Povertà, il mese di settembre visto dagli empori solidali di Milano
Cosa ci aspetta nei prossimi mesi dal punto di vista sociale? Le preoccupazioni di Caritas, Solidando e Terza Settimana. “Chi bussa alla nostra porta difficilmente ritrova il lavoro perso”
Per capire cosa ci aspetta in settembre dal punto di vista sociale, basta fare un giro per gli empori solidali della città. Luoghi in cui famiglie in difficoltà, segnalate dai servizi sociali o dalle associazioni, possono fare la spesa gratuitamente. Un aiuto che preserva la dignità. Nel mese di agosto buona parte degli empori rimane aperto. Chi ha chiuso, perché anche i volontari hanno bisogno di staccare, ha provveduto a dare buone scorte alle famiglie che seguono.
“Purtroppo andiamo incontro a un autunno difficile a causa dell’arresto delle attività economiche durante il lockdown - sottolinea Luciano Gualzetti, direttore della Caritas Ambrosiana -. Non sappiamo a settembre se ci sarà una ripresa e se sarà per tutti”.
Gli empori solidali della Caritas rimangono aperti. Questi i loro indirizzi: Milano Barona (via San Vigilio, 45) , Milano Lambrate (via Pitteri 54), Milano Niguarda (via Padre Luigi Monti 20) e poi a Varese (via Padre Marzorati, 5b), Saronno (via Francesco Petrarca, 1), Garbagnate (via Bartolomeo Cabella 2) e Molteno (via Poscastello 1).
Per garantire il servizio anche in agosto, Caritas in luglio ha lanciato un appello per il reclutamento di nuovi volontari: hanno risposto in 48. Tra di loro ci sono l’avvocato, il fotografo, il giornalista, ma anche il pensionato, lo studente e la casalinga.
“In questo scenario d’incertezza, la solidarietà tra le persone è il capitale più importante che dobbiamo preservare e di cui dobbiamo avere cura - aggiunge Luciano Gualzetti -. La risposta al nostro appello per gli Empori dimostra che fortunatamente il virus non lo ha intaccato, anzi al contrario, ha ancora di più motivato le persone”.
Attualmente gli Empori e le Botteghe della Solidarietà della Caritas sostengono 8.062 persone, il 35% in più rispetto al periodo precedente all’emergenza sanitaria: una percentuale che sale al 66%, considerando la sola città di Milano. Da quando è stata dichiarata l’emergenza sanitaria, nel mese di marzo a oggi, queste persone hanno ricevuto complessivamente 430 tonnellate di generi alimentari e beni di prima necessità, grazie all’impegno di 10 operatori sociali e 103 volontari.
Anche Solidando, l'emporio promosso dall'Ibva (Istituto Beata Vergine Addolorata) in via Calatafimi 10 a Milano ha visto un incremento esponenziale delle famiglie in stato di bisogno. Prima dell'emerganza Covid-19 erano 230 le famiglie che facevano la spesa da Solidando, nelle settimane del lockdown sono salite e 654 e ora si sono attestate a 420: “Ma per settembre abbiamo una lista di attesa di persone che faranno il colloquio preliminare per accedere poi all'emporio - racconta Matteo Ripamonti, direttore dell'Ibva -. Non nascondo che anche per noi comincia ad esserci un problema di sostenibilità del progetto, abbiamo bisogno di nuove risorse e donatori, perché una parte delle derrate alimentari le compriamo. Chi ha perso il lavoro e bussa alla nostra porta non lo ritrova facilmente. Sul lungo periodo la situazione potrà diventare pesante”. Solidando in agosto sarà chiuso. “Ma abbiamo fatto in modo che le famiglie avessero scorte adeguate”, conclude.
Ai market solidali dell'associazione Terza Settimana (uno Milano in via Leoncavallo e uno a Torino in via Luserna di Rorà) nei giorni del lockdown sono aumentate del 30% le persone aiutate. “Ma l'aspetto più sorprendente è che abbiamo visto tornare persone che avevamo seguito per un certo periodo anni fa - racconta Bruno Ferragatta, presidente dell'associazione Terza settimana -. Segno evidente che sono ricaduti in una condizione di precarietà, il lockdown ha vanificato i loro sforzi che li aveva fatti uscire dalla povertà”.
“Inoltre oggi seguiamo famiglie che mai avevano avuto problemi economici - aggiunge Ferragatta -: avevano un lavoro, l'hanno perso o sono in cassa integrazione ma non basta per vivere. Ricordo il caso di una donna, che parla cinque lingue e che poco prima dell'emergenza pandemia aveva acceso un mutuo per acquistare la casa. Con lei vivono anche la mamma anziana e il fratello. Hanno perso il lavoro ed erano in difficoltà perché erano rimasti senza soldi”. Terza settimana rimarrà chiusa a Milano dall'8 al 30 agosto e a Torino dal 3 al 22 agosto. (dp)