Lanciata la petizione perché il catcalling diventi reato
In pochi giorni raccolte su change.org quasi 6 mila firme. “Siamo stanche di subire apprezzamenti pesanti” in strada, sui mezzi di trasporto o in luoghi pubblici, afferma Linda Guerrini che insieme ad altre due amiche ha dato il via alla campagna “WannaBeSafe Italia”
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“Siamo stanche di subire apprezzamenti pesanti e la situazione sta peggiorando, capita sempre più di frequente”: Linda Guerrini, 19 anni, insieme a due amiche, ha lanciato su change.org la petizione “Rendere il catcalling un reato” e la campagna “WannaBeSafe Italia”. Nel giro di pochi giorni hanno raccolto quasi 6mila firme e l'obiettivo è di arrivare a 50mila. Segno che il problema c'è ed è sentito. Camminare per strada può diventare per una donna uno slalom tra uomini che pensano di fare cosa gradita nell'urlare “ciao bella” o altre frasi molto più volgari, ovviamente sempre a sfondo sessuale. “Il catcalling è una molestia verbale a tutti gli effetti -si legge nella petizione-: si tratta di suoni di clacson, apprezzamenti squallidi, intimidazioni a sfondo sessuale e commenti sgradevoli non richiesti dalle vittime che vengono compiuti da persone per lo più sconosciute”.
“Queste molestie hanno luogo specialmente per strada, nei mezzi di trasporto e in luoghi pubblici -si legge sempre nella petizione- e hanno ripercussioni non indifferenti nella psicologia e nella vita quotidiana delle vittime. È giunta l’ora che questi soprusi vengano riconosciuti come reati veri e propri”. La petizione è rivolta al Parlamento, con la speranza che qualcuno dei deputati o senatori la raccolga e la trasformi in una proposta di legge.
“Avevo 13 anni la prima volta che ho subito un caso di catcalling -aggiunge Linda Guerrini-. Non si ha idea delle conseguenze che si causano. Perché è poi la ragazza che inizia a porsi delle domande che non dovrebbe porsi: sono io il problema? Ho sbagliato qualcosa? Forse è per come mi vesto?”. La petizione ribadisce invece il concetto che ogni persona ha diritto di poter andare in giro a qualsiasi ora e di vestirsi come meglio crede. Non sono i centimetri di stoffa indossati che devono fare la differenza. “Vogliamo lanciare un messaggio sociologico e politico -aggiunge Linda Guerrini-. Inoltre, chiediamo che il catcalling diventi reato perché speriamo che così sia da deterrente per tutti quegli uomini che pensano di poter fare apprezzamenti senza dover rendere conto del loro comportamento”. È possibile seguire la campagna su Instagram sull'account wannabesafe.italia.
Dario Paladini