L’altra estate romana dei bambini ucraini: sono 127 quelli iscritti ai centri estivi
Partita a metà giugno, l’attività andrà avanti fino a fine luglio e coinvolge bimbi e ragazzi di cui il 30% proviene dalla zona di Kiev, un altro 60% dalla regione di Odessa e Leopoli. Iniziativa del Centro di servizio per il volontariato del Lazio insieme al Cemea del Mezzogiorno, grazie al sostegno della Fondazione Paolo Bulgari e con il patrocinio di Roma Capitale
127 iscritti, in maggioranza maschi e nella fascia d’età fra i 6 e i 10 anni. E’ questo il profilo dei minori che partecipano alle attività di “Benvenuti a Roma - Centri estivi per bambini e ragazzi ucraini dai 6 ai 14 anni” che è stato presentato oggi a Roma all’I.C. Gianni Rodari.
Si tratta di un’importante iniziativa di accoglienza estiva per i minori provenienti dall’Ucraina gestita dal Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio insieme al Cemea del Mezzogiorno grazie al sostegno della Fondazione Paolo Bulgari, con il patrocinio di Roma Capitale – Assessorato alle Politiche Sociali e alla Salute e con il supporto dell’Assessorato alla Scuola, Formazione e Lavoro.
Questa collaborazione ha permesso di attivare 5 centri in altrettante scuole della Capitale rivolti ai minori profughi dall’Ucraina, ai quali viene offerto un ambiente accogliente in cui, attraverso il gioco, socializzare con gli altri e imparare le prime basi della lingua italiana. I bimbi coinvolti sono spesso (ma non solo) ospiti degli alberghi del sistema della Protezione Civile del Lazio e la scelta degli istituti scolastici, in prevalenza periferici, è stata fatta in base alla vicinanza agli alberghi, alle comunità ucraine, ai quartieri dove è più forte la loro presenza e a un collegamento con la rete di trasporto pubblico. Le scuole che ospitano i centri sono: l’I.C. Gianni Rodari di via Niobe 52 (zona Morena), l’I.C Guicciardini (plesso Baccarini), l’I.C. Via dell’Aereporto (zona Quadraro), l’I.C. Mozart di via Castel Porziano 516 (Ostia), l’I.C. Guido Milanesi di via Tropea 26 (Appia Nuova).
Su esplicita richiesta della comunità ucraina, poi, un sesto centro estivo è stato attivato presso la Parrocchia di Santa Sofia, che ha messo a disposizione gli spazi idonei alle attività, a cui sono iscritti 70 ragazzi.
Partita a metà giugno, l’attività andrà avanti fino a fine luglio e coinvolge bimbi e ragazzi di cui il 30% proviene dalla zona di Kiev, un altro 60% dalla regione di Odessa e Leopoli. Tra gli iscritti anche qualche bambino proveniente dalle città più martoriate della guerra: Mariupol, Chernighiv e Ivano-Frankivsk.
“La Protezione Civile stima che il 60% della popolazione ucraina negli alberghi abbia meno di 18 anni – ha sottolineato Giulio Cederna, direttore della Fondazione Bulgari - una cifra molto importante. Le istituzioni scolastiche romane hanno fatto molto, sono state in grado di offrire il progressivo inserimento di parecchi di questi ragazzi”.
Al netto di chi ha voluto seguire il programma scolastico ucraino in DAD, i dati diffusi dal comune di Roma e dall’Ufficio Scolastico Regionale del Lazio parlano di 961 bambini e ragazzi del paese in guerra accolti nelle scuole statali. Ma con la chiusura degli istituti si è posto il problema dell’isolamento culturale e sociale, del creare alternative allo stare al chiuso davanti a uno smartphone. “Allora abbiamo pensato a che cosa fosse meglio fare, tenendo sempre al centro le scuole, com’è nel dna della Fondazione: sostenere la comunità educante e le periferie”. Ma non solo: “Il progetto è stato pensato anche per avvicinare i bimbi e le famiglie al sistema scolastico italiano e creare momenti di interazione con i bambini italiani”.
“Questa iniziativa è stata un’occasione per mostrare che anche una periferia è capace di accogliere - ha sottolineato Cristina Brugnaro, presidente del Cemea del Mezzogiorno e consigliera del Centro di Servizio per il Volontariato del Lazio -. E’ un’attività che ci sta molto a cuore proprio perché sperimenta in concreto quelle alleanze educative che sono così utili e così importanti”.
“In sinergia con l'assessorato alla Scuola – ha spiegato l'assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, Barbara Funari - abbiamo creato un vero modello di accoglienza per dare una risposta importante alle famiglie ucraine ospiti nella Capitale. Il nostro obiettivo è stato quello di andare incontro alle necessità di chi scappa dalla guerra ed offrire servizi il più vicini possibile, con la scelta anche di strutture in zone periferiche e predisponendo il trasporto con pullman. Roma vuole continuare ad offrire la propria accoglienza e le scuole, se servirà, sono già pronte anche per settembre”.