Garanti e Cnvg: "È ora che i volontari possano tornare nelle carceri"
I Garanti dei detenuti e la Conferenza volontariato giustizia propongono la ripresa della attività trattamentali. E che siano utilizzati tutti gli spazi dei penitenziaria per garantire il distanziamento: dalle aree verdi ai campetti di calcio, dal teatro alla biblioteca
Ripresa delle attività trattamentali e ritorno dei volontari: è quanto auspicano la Conferenza dei Garanti dei detenuti e la Conferenza nazionale volontariato giustizia. Nelle carceri italiane, infatti, la fase 2 è iniziata solo parzialmente. Per questo le due Conferenze, che hanno tenuto una riunione ai primi di luglio, propongono “un graduale ma costante percorso di ripresa dell’accesso degli operatori del terzo settore con i dovuti accorgimenti per la prevenzione del contagio”.
Durante il lockdown sono stati sospesi sia i colloqui fisici con i parenti ogni altra attività non strettamente necessaria. Ora è il tempo di ripartire. “Pur consapevoli della necessità che al personale sia garantito il piano ferie, si auspica venga fatto ogni sforzo per non ridurre le attività trattamentali durante il periodo estivo”.
Ovviamente il rientro dei volontari e la ripresa delle attività trattamentali dovrà avvenire con tutte le precauzioni per evitare contagi. E quindi i volontari “si sottoporranno al triage di ingresso come tutti gli altri operatori”, mentre gli “incontri di formazione e attività rieducative/di reinserimento di gruppi limitati di detenuti si svolgeranno in spazi che consentano un significativo distanziamento dell’operatore dal gruppo (aree verdi, auditorium, sala teatro, biblioteca, campo da calcio)”.
Per quanto riguarda i colloqui individuali di sostegno “si svolgeranno con adozione di distanziamento di m 1.50 tra operatore esterno e persone detenute e l’uso puntuale della mascherina protettiva e del gel igienizzante da parte di tutti”.
Allo stesso tempo “l’utilizzo delle tecnologie per i colloqui di sostegno individuale e per le attività di gruppo scolastiche, educative e ricreative dovrà essere potenziato, con la possibilità che ogni attività venga gestita sia in presenza degli operatori volontari, sia in remoto, quando questa può essere considerata una opportunità di ampliare e approfondire le iniziative con la partecipazione di esperti significativi dall’esterno”.