Empori solidali, più li conosci e più aiutano meglio
Lo studio della scuola Achille Ardigò su richiesta del Comune di Bologna: ogni euro investito genera un valore di 2,36. Impennata del numero di accessi per i tre empori solidali case Zanardi nel 2020
Ampliare la rete di partner donatori di beni, farsi conoscere di più sul territorio e così aumentare la quantità di eccedenze da ridistribuire. Insomma, più li conosci, più li metti in condizione di aiutare: è questa la chiave per rendere le varie gli empori solidali che erogano generi alimentari e beni di prima necessità a chi è in difficoltà ancora più efficienti e sostenibili, almeno secondo quanto emerso dallo studio promosso dalla scuola 'Achille Ardigò' su richiesta del Comune di Bologna. Il suo titolo è 'Valutazione dell'impatto sociale del progetto empori solidali case Zanardi' e mira a descriverne potenzialità e capacità di adattamento al contesto pandemico. I dati emersi, presentati nei giorni scorsi, dimostrano come all'aumentare delle eccedenze, nel 2020 pari al 20% del totale dei beni in ingresso all'interno dei tre empori bolognesi della rete 'case Zanardi', vada ad accrescersi anche il valore generato per ogni euro investito inizialmente. Ma è proprio la capillarità delle relazioni a fare la differenza: più le interazioni con la società sono intense, più la consapevolezza della loro presenza è forte, maggiori sono i vantaggi. Solo così possono aumentare le donazioni.
La quantità di eccedenze dell'anno scorso è solo uno dei cambiamenti indotti dal Covid: rispetto al 2019, quando era al 30% dei beni in entrata, è infatti diminuita, lasciando maggior spazio ai beni donati dalla rete di assistenza alimentare e a quelli provenienti dai partner istituzionali. Molto più bassa la percentuale di donazioni dei cittadini per mancanza di punti di raccolta, per esempio, all'interno dei supermercati. Ma il dato che ha fatto registrare la maggior variazione è relativo al crowfounding: molte più persone si sono attivate con raccolte fondi per gli empori che, a loro volta, hanno acquistato in prima persona il necessario.
I tre empori solidali 'case Zanardi' (Capo di Lucca, Beverara e Abba) hanno visto anche un'impennata del numero di accessi nel solo 2020: sono stati infatti accolti 989 nuclei familiari, per un totale di 3.203 persone, rispetto alle 670 famiglie totali nei cinque anni precedenti (dal 2014 al 2019). Nel solo mese di maggio 2020 si è quasi toccata la stessa cifra, con ben 509 nuclei.
La maggior parte delle famiglie che si è rivolta alle tre botteghe, per il 64% inviati dai servizi sociali territoriali, ha dai cinque componenti in su, motivo in più che ha portato alla realizzazione di panieri (ovvero le spese gratuite consegnate) personalizzati a seconda delle esigenze di adulti e minori, supportandole per un 24-25% sul totale del fabbisogno.
"Per valutare l'impatto sociale è stata utilizzata la metodologia Sroi (Social return on investment)", spiega Giorgia Bonaga, professoressa del Dipartimento di Scienze Aziendali dell'Alma Mater che ha condotto lo studio, per poi aggiungere: "Per ogni euro investito si è generato un valore di 2,36 euro, dunque un valore più alto di oltre il doppio, ma a questo aspetto economico vanno aggiunti i benefici relazionali tra i vari soggetti".