Dal carcere alla tavola, le fragole del progetto ExNovo della cooperativa sociale. In cella non si marcisce, si sboccia
Cinquemila piantine in campo e mille in serra “fuori terra”, di cui si prendono cura ogni giorno Marco e Antonio, due detenuti della casa circondariale di Piacenza.
In cella non si marcisce, si sboccia. Lo ricorda l’articolo 27 della Costituzione, in cui si afferma che “le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato”.
In cella non si marcisce, si sboccia. Come le fragole del progetto ExNovo della cooperativa sociale “L’orto botanico” di Piacenza.
Fragole dal colore rosso brillante, dolcissime e a chilometro zero che dalla casa circondariale Le Novate, entro 12 ore dalla raccolta, arrivano sugli scaffali dell’Ipercoop Gotico di Piacenza. Fragole clery e murano rifiorente, coltivate secondo le indicazioni dei ricercatori del Centro di ricerca per l’agricoltura sostenibile della facoltà di agraria dell’università Cattolica e della società di consulenza Geoponica. Cinquemila piantine in campo e mille in serra “fuori terra”, di cui si prendono cura ogni giorno Marco e Antonio, due detenuti della casa circondariale di Piacenza, che sono stati adeguatamente formati e da un anno lavorano al progetto ExNovo. Quelle piantine rappresentano per Marco e Antonio una nuova possibilità e un’occasione di riscatto. Un’occasione per iniziare un percorso di rieducazione alla responsabilità e per porre – grazie alla remunerazione ricevuta – le basi di una futura stabilità economica. Sono un’opportunità per Marco e Antonio, ma lo sono anche per la società.
La storia delle fragole del progetto ExNovo è raccontata sulla pagina Facebook della cooperativa L’orto botanico.
Le fragole coltivate da Marco e Antonio hanno il profumo della libertà. Il campo di 1.200 metri quadrati e la serra si trovano nel perimetro del carcere, ma fuori dalla cinta muraria. Tutte le mattine, quando vanno a lavorare, escono fuori dalle mura del carcere e sentono l’odore della vita, che corre libera lungo la strada, qualche metro più in là della grande rete che circonda il campo.
Le fragole del progetto ExNovo hanno i colori della natura. Sono coltivate seguendo misure ecosostenibili. I pesticidi tradizionali sono stati sostituiti da microorganismi e insetti utili al contenimento dei parassiti. L’irrigazione è gestita attraverso computer, così da evitare sprechi d’acqua. Anche il packaging delle fragole che vengono messe in vendita è in materiale ecosostenibile.
Le fragole coltivate da Marco e Antonio, hanno il sapore del futuro. La cooperativa sociale “L’orto botanico” conta di ampliare il progetto delle fragole e triplicare la produzione, così da offrire già nei prossimi mesi una possibilità di riscatto anche ad altri detenuti.
Frutti del lavoro dal carcere di Piacenza – come recita il sottotitolo del progetto ExNovo – le fragole coltivate da Marco e Antonio ci ricordano che nella vita si sbaglia ed è giusto che chi sbaglia paghi per i propri errori. Ma a marcire in cella devono essere solo gli errori e i pregiudizi che, divenendo concime, permettono alle persone di tornare a sbocciare e portare nuovo frutto.