Mosaico

Dai 4.310 bambini nel 2010 ai 1.205 del 2019, fino ai 680 del 2021. Nei primi sei mesi del 2022, sono 273 le procedure realizzate. Ad analizzare il fenomeno con il Sir – tra Paesi chiusi, guerra, fecondazione assistita, tempi lunghi e costi elevati – è Cinzia Bernicchi, esperta di adozione internazionale e consulente dell’associazione Aibi - Amici dei bambini

Un Istituto tecnico con tre indirizzi: è la scuola ospitata a Rebibbia, con i suoi 550 studenti la più grande scuola in carcere d’Italia, “bellissima ma con molti problemi”, spiega al Sir Giovanni Cogliandro che la ha diretta l’anno scorso. “Si lavora in condizioni limite” perché “il tema dell’istruzione carceraria non è abbastanza considerato nel nostro Paese”, afferma auspicando una maggiore attenzione ma anche l’ampliamento dell’offerta formativa ai licei

Pubblicati i dati 2018-2020. Le strutture attive in Italia erano 3.605, con una media di 6,4 ospiti. Età prevalente 14-17 anni. Il 78% è stato collocato su disposizione dell'Autorità giudiziaria, il 12% per decisione consensuale dei genitori e il 10% per allontanamento d'urgenza

La novità è spiegata dall'Inps in una comunicazione appena pubblicata: per “conciliare attività lavorativa e vita privata per genitori e prestatori di assistenza” e assicurare “condivisione delle responsabilità di cura tra uomini e donne”, scompare il referente unico della legge 104

Il presidente nazionale dell'associazione commenta la notizia che arriva da Milano: due giovani con sindrome di Down, fidanzati da oltre 4 anni, non riescono a trovare una casa in affitto, nonostante i contratti di lavoro a tempo indeterminato. “Queste persone possono, devono e vogliono vivere in autonomia. Eppure lo stigma resiste e le persone con sindrome di Down ancora incontrano resistenze e ostacoli”

Il rapporto di connessione tra l’Università patavina e la Chiesa di Padova, mantenuto nei secoli attraverso i vescovi-cancellieri e la facoltà teologica, s’interruppe bruscamente con il decreto napoleonico di Saint Claud nel 1806 e non fu più ripristinato, neanche con l’arrivo degli austriaci, che legarono l’università, compresa la restaurata Facoltà teologica, al governo viennese, pur nel quadro di un sistema confessionale di stretta collaborazione con l’autorità ecclesiastica.