Xinjiang senza diritti umani
Anche l’Italia denuncia la Cina che perseguita la minoranza uigura
Secondo l’agenzia britannica Reuters, “un’iniziativa senza precedenti”. Con l’adesione verbale dell’ambasciatore Gian Lorenzo Cornado, durante la sessione numero 41 del Consiglio dei Diritti Umani (24 giugno-12 luglio a Ginevra).
E’ la lettera – firmata da altri 22 governi, ma non dagli Usa – con cui si sollecita l’intervento dell’Onu nei confronti della Cina per i lager nello Xinjiang dove vive la minoranza uigura di fede musulmana. «Nella missiva, destinata al presidente del Consiglio Coly Seck e all’Alto commissariato per i diritti umani Michelle Bachelet, gli ambasciatori esprimono “preoccupazione” per le “detenzioni arbitrarie”, per la sorveglianza di massa e le restrizioni che colpiscono particolarmente gli uiguri» racconta Giulia Pompili (la giornalista che a marzo fu minacciata dal funzionario dell’ambasciata cinese Yang Han durante la serata di gala al Quirinale in onore del presidente Xi Jinping).
A Ginevra, 37 paesi fra cui spiccano Russia, Arabia Saudita e Corea del nord hanno difeso Pechino in nome della lotta al terrorismo e all’estremismo religioso. E Geng Shuang, portavoce del ministero degli Esteri, ha scandito: «Gli affari del Xinjiang sono puramente affari interni della Cina e legati alla sovranità, alla sicurezza e all’integrità territoriale della Cina».