Una handbike con posizione inginocchiata utilizzabile da persone con disabilità da amputazione.
Si chiama “Handbike Kneeler” ed è l progetto sperimentale nato dalla collaborazione tra il Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio e Alex Zanardi affiancato dalla società sportiva senza scopo di lucro Obiettivo 3.
Sviluppare un prototipo di handbike con posizione inginocchiata per avvicinare al paraciclismo le persone con disabilità da amputazione. È l’obiettivo di “Handbike Kneeler”, il progetto sperimentale nato dalla collaborazione tra il Centro protesi Inail di Vigorso di Budrio e Alex Zanardi affiancato dalla società sportiva senza scopo di lucro Obiettivo 3.
«Il mio percorso riabilitativo – ha detto Alex Zanardi – inizia a Budrio e qui ho lasciato tanti amici. Insieme a loro abbiamo sviluppato un progetto per diffondere il paraciclismo in modo più ampio, perché tante persone lo praticano con l’handbike in posizione sdraiata pur avendo le capacità per farlo in modo diverso ovvero come faccio io, in posizione inginocchiata. Sul mercato però non esiste un mezzo per rispondere a queste esigenze».
Il prototipo presentato al Centro protesi Inail di Budrio, alla presenza di Giuseppe Lucibello, direttore generale Inail, Carlo Biasco, direttore centrale assistenza protesica e riabilitazione, il team di progetto dell’Area ausili, il segretario generale del Cip, Juri Stara, e il presidente di Anmil sport, Piero Dainese, sarà quindi affidato da Obiettivo 3 (il progetto con cui Zanardi sostiene lo sport paralimpico).
«I pazienti di Budrio - prosegue Zanardi che punta a partecipare alle Paralimpiadi di Tokyo 2020 - diventeranno i nostri tester e attraverso il lavoro di terapisti raccoglieremo informazioni per migliorare il mezzo e definire tecnicamente soluzioni per rispondere a domande diverse, perché amputazioni diverse hanno esigenze specifiche diverse. E nello sport paralimpico lo sfruttamento delle abilità residue è il segreto per vincere le sfide nel miglior modo possibile».
Il paraciclismo viene praticato con una handbike, una bicicletta a tre ruote che si muove grazie a due pedali azionati dalle braccia: l’handbike viene adattata alle funzionalità degli atleti che, a loro volta, vengono classificati in H 1/2/3 che comprende tetraplegici, quadriplegici e paraplegici o con problemi di uso di braccia e mani e H 4/5 che comprende paraplegici o amputati in entrambe le gambe con una totale stabilità del tronco. La categoria H 5 è stata introdotta di recente, ed è quella in cui corre Zanardi, per distinguere atleti che hanno differenze di disabilità minime, ma determinanti per rendere efficace la posizione di spinta: kneeler ovvero inginocchiata rispetto alla posizione recumbent ovvero sdraiata, che è quella più diffusa.
Il prototipo ha un design specifico per le persone amputate in posizione seduta o inginocchiata con adattabilità del sedile-schienale alle caratteristiche antropometriche della persona grazie a gusci riempibili, personalizzabile alle varie posture attive previste per lo svolgimento del gesto sportivo, leggera e utilizzabile anche da altri utenti cambiando il sedile.
«Se riusciamo - spiega Zanardi - a trovare nel Centro Inail un punto di incontro di competenze ed esigenze diverse delle persone disabili che vorrebbero iniziare un percorso sportivo, riusciremo a portare a casa un risultato che gioverà alla salute delle persone perché un disabile che fa sport ha grandissime possibilità di vedersi restituita una aspettativa di vita normale».
Il progetto “Handbike Kneeler” prevede lo sviluppo di una handbike per persone amputate, partendo da un primo prototipo regolabile e funzionale ad atleti diversi per statura, taglia o disabilità. Il ruolo del Centro protesi sarà legato all’intervento tecnico per la personalizzazione dei gusci per amputato transfemorale o transtibiale bilaterale e monolaterale e nell’individuazione di una postura inginocchiata ottimale per l’arto superstite. Zanardi sarà il primo sperimentatore per individuare la postura più proficua rispetto al gesto sportivo e svolgerà il ruolo di tutor per i tecnici del Centro protesi oltre che promotore di questa nuova disciplina per gli assistiti amputati.
«Io – conclude Zanardi – mi sono innamorato dello sport da bambino con le auto, andavo in bici per rimanere allenato ma non avevo mai sviluppato per la bici la passione che ho scoperto da quando ci vado a forza di braccia. Da questo entusiasmo voglio contagiare quante più persone per allargare la partecipazione allo sport anche a chi non sa di avere questa opportunità».
Lo sport come strumento per facilitare il reinserimento sociale e lavorativo degli infortunati. È uno degli obiettivi di Inail che da anni collabora con il Comitato paralimpico italiano e interviene direttamente sui propri assistiti attraverso il Centro protesi di Budrio che progetta e realizza protesi, ortesi e ausili personalizzati. Ogni anno, attraverso il Centro protesi di Budrio vengono fornite 80 handbike per la pratica del paraciclismo agonistico e non, principalmente per persone para e tetraplegiche con assetto sdraiato. Sono circa 15.600 ogni anno i nuovi casi di amputazione in Italia, di cui 12 mila di arto inferiore, e circa 2.400 nuovi casi di para e tetraplegia (Tabelle Schede dimissione ospedaliera – ministero della Salute).
«Siamo legati ad Alex da tempo – ha detto Giuseppe Lucibello, direttore generale Inail – e seguiamo le sue entusiastiche proposteRiteniamo che questo progetto sia straordinario perché predispone uno strumento che può essere utilizzato da tutti nella quotidianità, anche dalle persone normodotate. È un momento importante nell’evoluzione degli ausili per lo sport che, ricordo, è il primo elemento della riabilitazione per il recupero pieno dell’integrità psicofisica». (lp)