Tra fede e archeologia. Le meraviglie di Arsiè
Ad Arsié gli scavi per riportare alla luce le antiche chiese sotto l'attuale Santa Maria Assunta, la più antica delle quali databile nel periodo altomedievale.
Una cosa è certa: una prima chiesa a tre absidi venne edificata nel periodo altomedievale e successivamente sul lato sud venne costruito un primo campanile; sullo stesso lato, molto probabilmente in età romanica, venne aggiunto un altro ambiente. In seguito, tra il 1400 e il 1500, fu edificata una seconda chiesa in parte sui resti della precedente e, sempre in quel periodo, fu costruito il nuovo campanile. L’attuale edificio è il risultato di ulteriori ampliamenti effettuati tra il 1734 e il 1736 e nel 1813.
Stiamo parlando della chiesa di Arsié, dedicata a Maria Assunta, dal nono secolo ricordata come “pieve”, sulla quale è al lavoro proprio in questi giorni un'équipe di quattro studenti del corso di laurea in beni culturali dell’Università di Trento, guidata dalla professoressa Elisa Possenti. La scoperta di questo tesoro è dei primi anni Ottanta quando, in occasione del rifacimento dell’impianto di riscaldamento della chiesa, vennero individuati reperti di rilievo al di sotto del presbiterio. Dai primi scavi, si scoprì che l'attuale luogo sacro sovrastava precedenti costruzioni. «Per ottenere una datazione certa che confermi le nostre ipotesi, dobbiamo effettuare uno studio approfondito sui reperti ritrovati e procedere all’analisi con il carbonio 14 sulle malte», spiega la docente di Archeologia cristiana e medievale.
Don Alberto Peron, parroco moderatore dell’unità pastorale di Arsié, ricorda così il suo arrivo nella parrocchia: «Il giorno del mio ingresso ad Arsié il parroco precedente, don Sergio Bartolomiello, mi indicò il lato sinistro del presbiterio da cui si potevano ammirare gli scavi della primitiva chiesa. “Cammino sopra la storia” ho pensato». I lavori del settembre 2017 hanno consentito una pulizia delle strutture messe in luce precedentemente. Contestualmente è stato fatto un rilievo aggiornato delle murature, punto di partenza per gli scavi che continueranno fino al 28 settembre. Il parroco, d’accordo con la professoressa Possenti, al termine delle ricerche in atto proporrà un incontro pubblico per presentare i lavori eseguiti e per consentire agli interessati di osservare da vicino la struttura riportata alla luce.
Le pietre riemerse «ci aiuteranno a fare memoria della fede diffusa in questi luoghi – sottolinea ancora don Alberto – offrendoci la possibilità di recuperare e valorizzare i fondamenti della prima evangelizzazione». Di grande interesse è anche la riscoperta della storia della primitiva fraternità presbiterale legata a questa chiesa, da cui, fin dal 14° secolo, partivano sacerdoti, diaconi e chierici alla volta di diverse chiese e cappelle nel territorio circostante per celebrare funzioni e svolgere attività religiose. L’obiettivo finale sarà quello di predisporre un percorso guidato che consenta di conoscere e ammirare – con l’apporto di sussidi audiovisivi – le precedenti chiese sopra le quali è stata costruita l’attuale. Un itinerario impregnato di storia e spiritualità.