Si riflette su vita e morte, sabato 20 gennaio, con Movimento per la vita e Centro di aiuto alla vita
Sabato 20, Movimento per la vita e Centro di aiuto alla vita di Padova invitano a un incontro sul tema “Cura e cure palliative o suicidio assistito e eutanasia?
È incentrato su un tema molto delicato e di estrema attualità l’incontro aperto alla cittadinanza – promosso e organizzato dal Movimento per la vita e dal Centro aiuto per la vita di Padova – che si terrà sabato 20 gennaio dalle ore 9 nella sala dello studio teologico della basilica del Santo a Padova; modera il direttore della Difesa del popolo, Luca Bortoli. Il titolo mette già in evidenza l’ambito di riflessione: “Cura e cure palliative o suicidio assistito e eutanasia?” «L’iniziativa – spiega Ubaldo Camilotti, presidente onorario del Movimento per la vita di Padova – nasce per sensibilizzare e fare chiarezza in un ambito che desta grande confusione nelle persone. L’obiettivo è rendere consapevole la cittadinanza dando una visione a 360 gradi della tematica. Proprio per questo i quattro interventi previsti spaziano in ambiti diversi, si intrecciano e integrano a vicenda». Dopo i saluti istituzionali e la presentazione della mattinata a cura di Marcello Vinci, avvocato e dirigente nazionale del Movimento per la vita italiano, il primo sguardo che verrà proposto è quello sanitario con Giovanni Poles, medico oncologo palliativista. Segue poi l’ambito giuridico con il giurista Sergio Trentanovi: cuore del suo intervento sarà il contenuto della sentenza 242 della Corte costituzionale del 2019. «Partirà da qui – chiarisce Camilotti – per dire poi come dalla sentenza si debba arrivare a una norma nazionale molto precisa che sottolinei che non esiste un diritto a morire. Il punto di riferimento fondamentale di chi chiede l’eutanasia è che come esiste un diritto a vivere, esiste anche un diritto a morire. Ma la morte non è un diritto, bensì un fatto della vita. Il giurista spiegherà la necessità di una legge nazionale limitata ai casi previsti dalla sentenza e la necessità anche che l’ammalato sia inserito in un percorso di cure». Poi il tema verrà affrontato da un punto di vista etico e anche del dovere delle nostre comunità di accompagnare alla morte l’ammalato con l’intervento del padovano mons. Renzo Pegoraro, bioeticista, cancelliere della Pontifica accademia della vita; e infine il punto di vista dei volontari che si occupano di assistenza anche domiciliare ai malati oncologici e in fin di vita, con Maria Grazia Ferlin, presidente dell’associazione Ceav-Cancro e assistenza volontaria. «La risposta ai problemi della malattia, anche grave e non guaribile è la cura – conclude Ubaldo Camilotti – Perché anche le malattie inguaribili devono essere curabili. Non sono dei passaggi semplici da capire. Una persona ha il diritto a vivere, certamente non deve soffrire, oggi esistono le cure palliative. L’ammalato va preso in carico, accolto e accompagnato negli ultimi giorni di vita ed è fondamentale che le persone siano correttamente informate su un ambito così delicato». Le conclusioni sono a cura di Daria Minucci, presidente del Movimento per la vita di Padova.