Scuola. Perché una ragazzina e con lei altri suoi coetanei sentono il bisogno di ubriacarsi?
L'abuso di alcol, droga potente e sottovalutata, è un vero problema per i ragazzi e che l'attività di prevenzione in proposito è fondamentale
Studentessa bullizzata. Ubriaca, legata con lo scotch e ricoperta di scritte oscene da altri giovani che erano con lei. Il tutto sarebbe avvenuto a margine di un'assemblea studentesca che tra laltro doveva discutere anche del tema del bullismo. E tutto, naturalmente, filmato dai telefonini.
Così più o meno le prime notizie riportate dai media su un fattaccio di cronaca avvenuto a Pistoia, che mette insieme un po tutti gli ingredienti che fanno rumore (da verificare, peraltro, al di là del sensazionalismo dei titoli). I protagonisti: ragazzi, adolescenti. Il contesto: l’assemblea studentesca, un’occasione che avrebbe dovuto avere ben altri sviluppi e attenzioni. I temi come quello del bullismo, ma anche dell’abuso di alcol, così drammaticamente attuali per la popolazione giovane. E poi le riprese video e l’accenno a una sorta di indifferenza, se non di atteggiamento cinico di alcuni ragazzi, che si preoccupano di immortalare la scena. Rischia di sfuggire, nel polverone sollevato da tutte queste cose, la figura della vittima, l’immagine di una ragazzina di 15 anni che raccontano le cronache sarebbe entrata nell’area dove c’era l’assemblea con lo zaino pieno di birre e avrebbe bevuto fino a finire addirittura in coma etilico, svenendo e rendendo necessario quando qualcuno si è mosso per soccorrerla il ricovero in ospedale.
E allora partiamo da qui per lasciarci provocare: perché una ragazzina e con lei possiamo immaginare altri suoi coetanei sente il bisogno di ubriacarsi? Non è un caso singolare. Succede spessissimo anche in questo caso sono le cronache a testimoniarlo di raccogliere ragazzini, adolescenti, che abusano dell’alcol. Il popolo della notte lo sa bene: in discoteca si arriva spesso già bevuti, lo shottino è una pratica diffusa, così come è nota quella sfida demenziale del binge drinking, che coinvolge in particolare gruppi di adolescenti. L’allarme suona fortissimo, per ricordare come l’abuso di alcol, droga potente e sottovalutata, è un vero problema per i ragazzi e che l’attività di prevenzione in proposito è fondamentale. Dalle cronache di Pistoia sarebbe importante raccogliere un grido d’aiuto: teniamo i riflettori accesi sul mondo dei più giovani e sulle realtà di disagio e di abuso. Spesso ci sfiorano senza che ce ne rendiamo conto se non quando è troppo tardi.
Le cronache di Pistoia dicono anche che la giovane ubriaca è stata poi soccorsa da alcuni compagni più grandi, che hanno dato l’allarme su quello che stava succedendo fuori dai locali dell’assemblea. Anche questo è un segnale da raccogliere: lo stesso gruppo dei pari ha risorse e possibilità per ribellarsi e sottrarsi alle logiche distruttive. Non è vero che tutti si uniformano agli atteggiamenti dominanti, o che l’indifferenza o l’attenzione solo a se stessi a questo rimanda, ad esempio l’immagine dei telefonini sempre pronti a riprendere siano invincibili. No. I ragazzi, gli adolescenti sono ricettivi e disponibili dove c’è qualcuno che si occupa di loro e li attiva. Anche a questo proposito sono le cronache a riferire di numerosi casi dove la rivolta a bullismo, disagio e violenze parte proprio dai ragazzi.
Allora proprio questi ragazzi meritano attenzione a mille. Meritano adulti impegnati e coinvolti, scuola, famiglia, agenzie educative che sappiano ascoltare, rilanciare fiducia, agire in modo condiviso e strategico.
Alberto Campoleoni