Referendum, per le Acli Milanesi la vittoria del sì “riduce spazi della democrazia”

In un lungo documento l'analisi delle conseguenze sulla Costituzione e degli equilibri tra i diversi poteri dello Stato. Dopo il voto occorrono altre riforme, altrimenti si va verso una “democrazia autoritaria”

Referendum, per le Acli Milanesi la vittoria del sì “riduce spazi della democrazia”

Se vince il sì al referendum per la riduzione del numero dei parlamentari si rischia un restringimento della “rappresentanza popolare”, soprattutto se l'esito del voto non sarà seguito da altre importanti riforme costituzionali e da una nuova legge elettorale che “consenta la rappresentanza e l’espressione delle identità culturali e politiche” del Paese. Le Acli Milanesi hanno reso noto oggi un ampio documento in cui esprimono tutta la loro preoccupazione che si vada verso un “superamento della democrazia rappresentativa e parlamentare e l’avvento di un sistema alternativo di democrazia autoritaria”, in cui il potere sarà in mano a pochi eletti. Una preoccupazione rafforzata dal fatto già da alcuni anni l'attività del Parlamento è ridotta dall'intraprendenza dei governi, che impongono sempre più spesso il voto di fiducia ai propri decreti o disegni di legge.

“La riforma oggetto di referendum confermativo non è dunque secondaria nell’impianto costituzionale -scrivono le Acli milanesi-, essa è destinata a modificare gli equilibri anche nel rapporto tra Parlamento e Consigli regionali, ad esempio per l’elezione del Presidente della Repubblica (attualmente all’elezione partecipano in tutto 945 parlamentari, più i senatori a vita, non più di 5, e 58 delegati regionali), e diminuisce con meno eletti la capacità di rappresentare i territori e le diverse comunità locali. A questa diminuzione non può fare da contrappeso la cosiddetta democrazia del web, che non è scevra dai rischi di manipolazione del consenso da parte di chi detiene il controllo delle piattaforme e dalle quali partono le campagne di informazione, dove si confezionano i contenuti delle proposte e si elaborano i testi delle domande, rivolte all'opinione pubblica, che siederebbe in seduta permanente con il mouse del computer pronta a deliberare su ogni cosa, o meglio, su quel che vuole il controllore/proprietario della piattaforma o del sito, o a controllare l’operato dei parlamentari”.

Dunque per le Acli non va sottovalutato l'impatto dell'esito del referendum. In ballo non c'è solo un taglio di parlamentari e un risparmio di soldi pubblici. Sono in gioco la Costituzione stessa, gli equilibri tra i diversi poteri dello Stato, la rappresentanza reale di tutto il Paese. Per le Acli Milanesi occorre una più ampia riforma costituzionale, che superi il Bicameralismo perfetto, e una nuova legge elettorale. L'allarme lanciato dalla Acli Milanesi è chiarissimo: se vincerà il sì “non si è affatto di fronte ad una riforma banale e limitata alla sola riduzione del numero dei parlamentari, ma al possibile inizio di un processo involutivo e riduttivo degli spazi di democrazia”.

Il documento si conclude però anche con un auspicio. “È tuttavia possibile che il referendum possa svolgere una funzione positiva -scrivo le Acli milanesi- se non viene considerato un punto di arrivo ma un passaggio verso una riconsiderazione dei meccanismi parlamentari e del loro rapporto con l’attività del governo. Ciò dipenderà dall’affermarsi di un’attitudine positiva in questo senso fra le forze politiche di maggioranza ma anche di opposizione”. 

Dario Paladini

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)