Poli educativi per i minori aperti tutto il giorno nel periodo estivo: l'impegno di Palermo
Primi confronti per arrivare a una piena operatività. Il garante infanzia D'Andrea: "Vita di relazione deve essere espressa anche con il contatto con gli altri negli spazi esterni"
Primi confronti per favorire la raccolta firme e presto la piena operatività dei poli educativi dedicati ai minori delle città come pure l'attivazione dei comitati educativi per ogni circoscrizione territoriale. A renderlo noto è il garante per l'infanzia e l'adolescenza del capoluogo siciliano Lino D'Andrea. Anche Palermo quindi risponde alla proposta nazionale sulla nascita dei poli educativi.
“Nella situazione causata dalla pandemia appare particolarmente allarmante l’impatto che essa sta avendo sulla vita dei bambini e delle bambine, dei ragazzi e delle ragazze che vivono nel nostro Paese – si legge nel documento -. Sono fuori dalle loro scuole, non partecipano alle attività artistiche, ludiche, motorie e sportive, così come dalle occasioni di socializzazioni quotidiane. Crediamo che sia importante all'uscita dall'emergenza, con cura e attenzione, garantire a tutti i bambini e ragazzi/e una condizione di 'Benessere psicologico/fisico', a partire dai bambini e ragazzi che vivono nelle famiglie più disagiate e a chi è con disabilità per evitare diseguaglianze. Con questa idea progettuale si intende proporre un intervento territoriale replicabile su tutto il territorio nazionale che porti alla creazione di 'Poli bambini e ragazzi' aperti tutto il giorno nel periodo estivo”.
I 'Poli bambini e ragazzi' saranno organizzati a seconda delle specificità di ciascuna Regione garantendo: spazi esterni, luoghi raggiungibili facilmente a piedi e/o con minimi spostamenti, accessibile in autonomia anche per i bambini e i ragazzi con disabilità, prossimi a luoghi chiusi attrezzati (scuola, centro giochi, circolo associativo/sportivo, parrocchia, biblioteca, fattoria, rifugio, stabilimento balneare/fluviale/lacustre, etc.) per la fruizione di servizi igienici; spazi adatti ad accogliere gruppi di piccole dimensioni per evitare assembramenti. In caso di grandi parchi è auspicabile la suddivisone in spazi diversi.
Occorre prevedere inoltre: la presenza di soggetti attivi (terzo settore, parrocchie, comitati di civici, associazioni); la disponibilità a fare attività di animazione, educative, artistiche e di attività motoria; la disponibilità di personale adulto e di peer educator anche di minore età; l'organizzazione idonea a rispettare le procedure volte a ridurre rischi di contagio da Covid 19.
“La proposta dei poli dedicati ai minori nasce dal bisogno di dedicare, anche in questo periodo di emergenza socio-sanitaria – sottolinea il garante Lino D'Andrea -, l'attenzione specifica alla loro vita di relazione che deve essere espressa anche con il contatto con gli altri negli spazi esterni. Si parte dal presupposto che i nostri bambini e bambine come i minori più grandi non hanno bisogno soltanto di mangiare e dormire ma di tante altre cose che vanno al di là dei giochi o delle interazioni esclusivamente digitali. Pertanto, non puntiamo in questo momento soltanto alla raccolta firme ma anche ad attivare dei tavoli di confronto tra istituzioni, insegnanti, famiglie e terzo settore per sostenere un progetto di sviluppo ad ampio raggio. Continua poi, ad essere per noi notevolmente significativa anche l'idea dei comitati educativi. Questi ultimi, in questo periodo, possono partire in forma digitale per poi realizzarsi dopo la pandemia ancora più concretamente”.
“In questi giorni siamo già riusciti ad avviare la prima videoconferenza con sindaco, assessori e terzo settore in vista dell'organizzazione di altri quattro tavoli dedicati rispettivamente a: partecipazione e territorio, welfare, sviluppo e servizi. Questi luoghi di confronto dovranno collegarsi alle attività svolte dai comitati educativi in cui gli attori saranno adulti giovani e grandi di ogni fascia. Sappiamo, per esempio, che tutte le 8 circoscrizioni sono ricchissime di risorse (monumentali e naturali) che devono essere adeguatamente valorizzate per favorirne la fruizione autonoma. Un ruolo centrale a tal proposito è dato proprio dall'animazione territoriale che passa principalmente dalla vitalità delle microrealtà (parrocchie, associazioni, circoli, condomini ecc.)”. “Dai comitati educativi possono passare proposte interessanti tutte dal basso per la crescita dei territori anche in questo momento così delicato in cui sono ancora più evidenti le famiglie che sono in povertà. L'obiettivo è pure quello di favorire una presenza maggiore nei diversi quartieri in modo da evitare di intervenire soltanto quando ci sono le segnalazioni ai servizi sociali. Partiamo sempre dal presupposto che la politica siamo noi nel momento in cui ci adoperiamo concretamente, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, per essere attivi, propositivi e costruttivi per il cambiamento culturale della società”.
L'ufficio del garante infanzia è pure impegnato, in questo periodo, a trovare le strade per favorire l'accompagnamento all'autonomia dei minori, italiani e stranieri, prossimi a diventare maggiorenni che in questo momento sono in comunità alloggio o in affido presso le famiglie. “Stiamo cercando di mettere a sistema – dice infine – tutte le possibilità per costruire il futuro a questi giovani una volta che verranno meno le realtà di riferimento che si sono presi cura di loro”.
Serena Termini