Padova Urbs Picta Patrimonio dell'umanità Unesco. La soddisfazione del vescovo di Padova Claudio Cipolla
Un’alleanza virtuosa tra enti pubblici, privati e religiosi a sostegno di un progetto che è di tutta la città. Le dichiarazioni dei rappresentanti degli enti coinvolti oltre al Comune – capofila della candidatura - a commento di questo risultato storico
Il Comitato per la Candidatura di Padova Urbs picta si è costituito formalmente nel 2016, anche se la collaborazione tra i partner era già avviata da alcuni anni. Il Comune di Padova è capofila del Comitato per la Candidatura, che è composto dagli altri tre enti proprietari degli edifici e complessi monumentali che conservano i cicli affrescati: Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti; Basilica e Convento di Sant'Antonio; Delegazione Pontificia e Veneranda Arca del Santo; Diocesi di Padova. A loro si aggiungono la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso e l'Università degli Studi di Padova che hanno assicurato il supporto scientifico al progetto e la Regione Veneto.
Nel 2018, esattamente il 19 aprile, nel corso di una cerimonia al Palazzo della Ragione, tutti gli enti coinvolti hanno insieme sottoscritto un protocollo di intesa per la definizione del Piano di Gestione degli otto luoghi, che proprio perché sono considerati un unicum inscindibile per la stretta relazione che vi è tra le opere realizzate in ciascuno di essi, deve essere gestito unitariamente e in modo coordinato e sinergico tra i vari attori.
Oggi dopo anni di collaborazione con il Comune (che è proprietario della Cappella degli Scrovegni, del Palazzo della Ragione e dell’Oratorio di San Michele) e con il Ministero della Cultura per definire nel modo migliore il documento di candidatura, esprimono tutti la propria enorme soddisfazione per l’avvenuta proclamazione da parte dell’UNESCO.
La Diocesi di Padova è proprietaria di due dei complessi monumentali, lo splendido Battistero del Duomo capolavoro di Giusto de Menabuoi e la chiesa degli Eremitani a due passi dalla Cappella degli Scrovegni. Il vescovo monsignor Claudio Cipolla sottolinea: “Siamo molto felici di questo importante riconoscimento che porta Padova e una parte significativa del suo patrimonio artistico, culturale, ma anche religioso a un'appartenenza mondiale dell'umanità, riconoscendone il valore universale. Essere "patrimonio" indica non solo la preziosità del bene ma anche il suo essere generativo di altri beni per l'oggi e per il futuro, qualcosa da tutelare, custodire e tramandare. Sono beni che danno lustro alla città, ma che rendono merito anche alla sua storia e alla sua cultura, così pregne di testimonianze di fede. Tutti i siti che fanno parte del circuito di Padova Urbs picta raccontano infatti una Padova del Trecento in cui vita e fede, concretezza e spiritualità, ambito civile e religioso si intrecciano fortemente. Se pensiamo al Battistero, con lo splendido ciclo di affreschi di Giusto de Menabuoi siamo di fronte all'intera storia della Salvezza, un gioiello artistico che ancora oggi è aperto al culto per vivere in particolare il sacramento del Battesimo, punto d'inizio della vita cristiana. Luogo di culto è anche la chiesa degli Eremitani, che porta anche il segno e la memoria di altre storie: la ferita dei bombardamenti e l'impegno del recupero. Chi visiterà questi ambienti, come pure gli altri siti riferiti alla realtà antoniana, potrà ammirare la bellezza artistica nel contesto di una vita religiosa tuttora presente e praticata. C'è l'augurio che queste realtà siano colte dal visitatore anche nel loro valore di testimonianza di fede. Inoltre, in questo tempo in cui la Chiesa di Padova si è incamminata in un percorso sinodale mi sta molto a cuore sottolineare il valore dell'esperienza di forte collaborazione e condivisione vissuta in questi anni dai diversi enti e realtà nell'obiettivo comune del riconoscimento che oggi celebriamo: è stata occasione di arricchimento reciproco che ci auguriamo porti sempre nuovi frutti”.
L’Accademia Galileiana di Scienze, Lettere ed Arti è invece proprietaria della Reggia Carrarese con la splendida Cappella affrescata da Guariento. Il presidente Antonio Daniele commenta: “L'Accademia Galileiana ha condiviso attivamente il progetto di candidatura e sviluppato la collaborazione con gli altri soggetti coinvolti. Ci auguriamo che il conseguimento dell'iscrizione possa attirare nuove simpatie e solidarietà, interesse dei pubblici poteri e occasioni di mecenatismo attivo tali da metterci nella condizione, altrimenti impari alle nostre risorse, di rafforzare l'opera di conservazione, tutela e valorizzazione del complesso monumentale della Reggia Carrarese. L'Accademia, grazie al contributo e alla competenza dei suoi soci, non mancherà di offrire il suo apporto costante in termini di approfondimenti scientifici e ampie occasioni divulgative, tali da far progredire la consapevolezza collettiva e specialistica rispetto a un bene architettonico e pittorico che merita senz'altro la definizione di patrimonio universale dell'umanità”.
La Basilica e il Convento di Sant’Antonio, con il limitrofo l’Oratorio di San Giorgio. rappresentano un altro straordinario complesso monumentale di Padova Urbs picta. Il rettore della Basilica di Sant’Antonio Padre Oliviero Svanera riflette: “La proclamazione UNESCO, che vede in prima fila la Basilica con i suoi tre siti, diventa motivo non solo di un rinnovato impegno nel custodire e diffondere un patrimonio d’arte unico al mondo. Di più, per noi Chiesa diventa una opportunità per rinnovare una proposta di incontro con la fede che ha originato queste opere. Attraverso gli affreschi presenti nella Basilica – ricordo anche l'immenso patrimonio d’arte rappresentato dalle sculture della tomba del Santo piuttosto che dal Donatello del presbiterio - vogliamo far emergere, oltre agli aspetti turistici o tecnici o culturali di sguardo sulla bellezza di queste opere, la possibilità di incontro con Colui che in queste opere è significato, Cristo Salvatore. È la via del Vangelo, della evangelizzazione attraverso la via pulchritudinis di cui parla papa Francesco in Evangelii gaudium. La Via della bellezza, che a partire dall’esperienza dell’incontro con la bellezza dell’arte che suscita stupore, può aprire la strada della ricerca di Dio e disporre il cuore e la mente all’incontro col Cristo, Bellezza Incarnata offerta da Dio agli uomini per la loro Salvezza”.
L’Università di Padova ha affiancato per la parte scientifica il Comitato nella lunga fase di messa a punto della candidatura. Il rettore Rosario Rizzuto commenta: “Un’eccellente notizia per Padova, per la quale gioisco come cittadino. Al sindaco Sergio Giordani, all’Assessore Colasio ed a tutti coloro che si sono spesi in questi due anni con generosità e impegno per questo risultato, vanno le mie congratulazioni. Veder inserita Padova Urbs picta nella World Heritage List dell’Unesco è una soddisfazione anche per l’Università di Padova e per tutto il mondo accademico che con entusiasmo ha dato il suo contributo al successo della proposta. L’idea – innovativa nel suo campo – di proporre un sito seriale per la candidatura si è rivelata vincente e restituisce al meglio l’idea di una città, qual è Padova, nella quale arte e cultura sono diffuse capillarmente, capaci di innervare tutto il territorio. L’Urbs Picta si affianca così, nei patrimoni UNESCO della città, all’Orto Botanico dell’Università di Padova, in un’efficace sinergia con l’obiettivo di valorizzare sempre più la nostra splendida città”.
Fondamentale è stato anche il contributo della Soprintendenza, attraverso gli interventi di restauro condotti a termine. Il Soprintendente Fabrizio Magani spiega: “La Soprintendenza che dirigo ha preso parte, unitamente al Comune, all’Università di Padova, agli Enti proprietari e ad esperti del settore, al Comitato di studio che ha portato Padova a conquistare questo prestigioso riconoscimento internazionale, proclamandola capitale mondiale della pittura del Trecento. Fondamentale è stato il ruolo di coordinamento e di indirizzo svolto dall’Ufficio UNESCO del Ministero della Cultura, che ha partecipato alla Delegazione italiana in questo 44° Comitato del Patrimonio Mondiale, appena concluso. La Soprintendenza ha espresso un costante impegno per la tutela del patrimonio d’arte di Padova, anche grazie ad importanti interventi di restauro condotti con finanziamenti ministeriali, che hanno concorso a sostenere con maggiore forza il lungo iter di questa candidatura. La Cappella degli Scrovegni, ad esempio, è un modello virtuoso di tutela preventiva integrata, che gode del contributo della Commissione scientifica interdisciplinare, istituita dal Comune di Padova, ed ha guidato la transizione da un concetto di intervento d’emergenza a quello di tutela programmata e preventiva, con l’apporto della ricerca scientifica e delle nuove tecnologie. Va ricordato, inoltre, il restauro, da poco concluso, degli affreschi di Giusto de’ Menabuoi al Battistero della Cattedrale, progettato e condotto dalla Soprintendenza, che ha restituito il suo splendore ad uno dei complessi decorativi più prestigiosi della Padova del Trecento. L’inserimento dei cicli trecenteschi ad affresco nella lista del patrimonio mondiale UNESCO rappresenta senza dubbio un elemento identificativo della cultura padovana; per noi, un ulteriore richiamo alla tutela del patrimonio storico e artistico della città, e alla sua equilibrata valorizzazione”.