Ordinazione presbiterale, l'augurio del rettore. Don Dianin: "Chiamati a "uscire" per annunciare il Vangelo"
Domenica 2, alle 16.30, nella cattedrale di Padova, per l’imposizione delle mani e la preghiera di ordinazione del vescovo Claudio Cipolla, tre giovani seminaristi diventeranno presbiteri diocesani.
L’ordinazione dei nuovi presbiteri è sempre un momento intenso e commovente per tutti coloro che assistono alla misteriosa opera dello Spirito, che una liturgia intensa e solenne ci fa intravedere attraverso parole, gesti, canti e simboli.
Il pensiero va anzitutto ai genitori dei nostri preti novelli che un giorno li hanno lasciati partire per un viaggio diverso da quello di altri figli, strano e particolare, misterioso, affascinante ma anche inquietante. Il Signore ha benedetto la loro famiglia anche se loro sanno che non ci sono meriti particolari ma tutto è stato dono gratuito di Dio.
Il pensiero va alle comunità parrocchiali che sono state il grembo che li ha accolti, educati alla fede, nutriti con la Parola e il Pane di vita. La vocazione ha trovato un terreno buono soprattutto nella vita di quelle comunità.
E poi ci siamo noi educatori e tutta la grande famiglia del Seminario maggiore, minore e di Casa Sant’Andrea. Siamo cresciuti con loro, insieme abbiamo cercato la volontà di Dio per verificare se quell’intuizione era veramente una chiamata di Dio. Oggi ci sentiamo piccoli strumenti nelle mani del Signore che si è preso cura di loro.
Per la loro ordinazione hanno scelto un versetto biblico, com’è tradizione per ogni persona che si consacra a Dio nel presbiterato o nella vita religiosa. Un versetto che sintetizza il loro cammino e nello stesso tempo racchiude sogni, speranze e impegni per il ministero che li attende.
Pierclaudio ha scelto le parole della parabola del Padre misericordioso: «Suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò» (Lc 15,20). Giovanni ha scelto le parole di Pietro nell’intenso dialogo con Gesù: «Signore, tu conosci tutto, tu sai che ti voglio bene» (Gv 2,17). Marco un versetto del salmo 115: «Che cosa renderò al Signore per quanto mi ha dato? Alzerò il calice della salvezza e invocherò il nome del Signore. Adempirò i miei voti al Signore davanti a tutto il suo popolo».
Il Vangelo è l’interprete più bello della vita di ciascuno di noi; quello che siamo si intreccia con le Parole sante della Scrittura e ci inserisce dentro la storia della salvezza perché anche noi possiamo essere una parola viva, un vangelo vivente, attuale, reale.
Con l’ordinazione si aprirà una veloce luna di miele che li vedrà al centro di tante attenzioni, applausi e feste. Poi comincerà la vita reale, un lavoro pastorale in contesti nuovi dove tutto sembra un grande cantiere aperto e dove la fede e la pratica religiosa non sono più scontati. Saranno custodi dei tesori preziosi della Chiesa, ma saranno anche chiamati a “uscire” per annunciare il Vangelo. Saranno preti in una Chiesa che è popolo di Dio, ricca di ministerialità e sinodale, per servire la comunione e la corresponsabilità di tutti.
Possano avere sempre pazienza, coraggio, umiltà, disponibilità, creatività. Noi continuiamo ad accompagnarli e a sostenerli nel loro cammino.
Messe e feste, la settimana dei preti novelli
Sabato 1, alle 21, in seminario maggiore, si terrà una veglia di preghiera per accompagnare i tre giovani che diventeranno preti diocesani.
Domenica 9, i preti novelli presiederanno per la prima volta l’eucaristia nelle proprie parrocchie d’origine: don Marco Piva a Bojon, alle 9.30; don Pierclaudio Rozzarin a Cristo Re, alle 10.30; don Giovanni Casalin a Grumolo Pedemonte, alle 17.
Nelle settimane successive celebreranno le messe anche nelle comunità dove hanno prestato servizio pastorale.