Nuovo anno pastorale. Il cammino continua
Il nuovo anno pastorale è ormai alle porte. Anche se all’assemblea diocesana che il 6 ottobre sancirà l’inizio ufficiale manca più di un mese, le 459 parrocchie che compongono la Chiesa padovana hanno già un appuntamento fissato in agenda. Prenderà il via giovedì 6 settembre la ricca serie di incontri serali su tutto il territorio diocesano (sotto il calendario) che avranno l’obiettivo di illustrare a parroci e laici impegnati negli organismi di partecipazione i contenuti del nuovo testo che traccerà il cammino del nuovo anno: Il seminatore uscì a seminare.
Il nuovo anno pastorale è ormai alle porte. Anche se all’assemblea diocesana che il 6 ottobre sancirà l’inizio ufficiale manca più di un mese, le 459 parrocchie che compongono la Chiesa padovana hanno già un appuntamento fissato in agenda. Prenderà il via giovedì 6 settembre la serie di incontri su tutto il territorio diocesano (sotto il calendario) per illustrare a parroci e laici impegnati negli organismi di partecipazione i contenuti del nuovo testo che traccerà il cammino del nuovo anno: Il seminatore uscì a seminare.
La prima parola chiave è “continuità”. «Continua anzitutto la riflessione innescata lo scorso anno con lo strumento di consultazione La parrocchia – spiega don Leopoldo Voltan, vicario per la pastorale – Non a caso il sottotitolo del nuovo testo è “Tracce di cammino”: ripartiamo dai molti contributi arrivati dalle comunità, dai gruppi e dai singoli e nella sua introduzione il vescovo Claudio sottolinea come sia ancora possibile offrire il proprio apporto di riflessione».
La seconda idea centrale è il rispetto, la cura e la stima per l’impegno che tutta la Diocesi e moltissime parrocchie hanno profuso nella riflessione sul volto delle nostre comunità cristiane attuali: «Questo nuovo testo – aggiunge don Leopoldo – non è un ulteriore documento ma prende le mosse dall’analisi fatta in consiglio pastorale diocesano e in consiglio presbiterale a partire dai contributi arrivati. Un lavoro attento e profondo, che ha accolto alcune attenzioni e allo stesso tempo offre uno slancio verso il futuro».
Ma quali contenuti caratterizzano il testo Il seminatore uscì a seminare? Lo sguardo si concentra dapprima sul contesto dell’evangelizzazione. «Il seme della parabola raccontata dall’evangelista Matteo (capitolo 13) ha una sua potenza – riflette il vicario – Ma il terreno su cui viene gettato non è neutro, imparziale». Come può allora una comunità preparare la strada al Vangelo? Partendo anzitutto dagli atteggiamenti di Gesù, che offre la parola all’interlocutore e gliela restituisce arricchita e che pratica quella “santità ospitale” che lo vede spesso entrare nelle case delle persone.
Per le parrocchie, la sfida dunque è saper mettere al centro le domande che abitano il cuore delle persone oggi e non un calendario di attività dagli obiettivi magari alti ma lontani dalle loro esigenze concrete. Il desiderio dunque è quello di saper stare accanto, nella prospettiva anche della promozione di un umanesimo, di una crescita in umanità di tutti noi. Ma come realizzare tutto questo? Il testo presenta alcuni “esercizi di fraternità”, termine ripreso dagli scorsi Orientamenti, come rivedere prassi antiche ma rivisitandole: la cura del giorno del Signore, la visita alle famiglie in occasione della benedizione delle case, l'accompagnare i giovani alla scoperta della loro chiamata, la vicinanza nel momento del lutto, la preparazione al battesimo e al matrimonio. La novità potrebbe essere il coinvolgimento più forte e deciso di vari membri della comunità e non il solo presbitero.
Il secondo focus del testo riprende appunto la riflessione sul volto della parrocchie sviluppando la riscoperta della chiamata rivolta a tutti i cristiani in virtù nel Battesimo; la scelta di centrare la vita comunitaria a partire dall’Eucaristia e dell’ascolto della Parola; il desiderio che in parrocchia vi sia una proposta spirituale credibile e di qualità. Gli esercizi di fraternità, in questo caso, propongono il discernimento comunitario ai nuovi consigli pastorali parrocchiali con lo scopo di individuare quali priorità e quali compiti darsi per i prossimi anni di cammino, e poi l’attenta analisi della Lettera che i giovani hanno scritto e inviato a tutte le parrocchie della Diocesi al termine del loro Sinodo, a Pentecoste.
Rimangono da approfondire altri due filoni fondamentali: le nuove forme di collaborazione pastorale qualificata e riconosciuta da assegnare ai laici, quindi la riflessione sui ministeri e il cantiere aperto dell’identità della singola parrocchia, in relazione con le vicine, le unità pastorali, e il ruolo del vicariato. Su questi punti è necessario ulteriore confronto.
«Le tracce di cammino che ci apprestiamo a presentare – conclude don Leopoldo – hanno il loro significato soprattutto sul piano dello stile di essere comunità. In questo senso, proprio perché lavorare sul piano degli atteggiamenti domanda molto tempo e pazienza, questa riflessione non si esaurirà di certo in un solo anno. Non si dicono grandi novità, ma vengono esplicitate, speriamo in modo interessante e attuale, alcune dimensioni centrali dell'essere cristiani oggi. In concreto, alle parrocchie non viene chiesto di fare tante cose, ma di curare al meglio l’ordinario, di essenzializzare le proposte, di creare corresponsabilità a più livelli. Ora è il tempo di capire come ogni comunità desidera essere, come si sogna nel domani. Anzi come ci scrive il vescovo Claudio, cercando di intuire “come il Signore ci sogna”. È un cammino che vogliamo vivere nella gioia, seguendo i molti richiami alla gioia di papa Francesco: questa è una stagione davvero di grazia!».