Novità al cinema dal 1° febbraio. Verso gli Oscar con “The Holdovers”. La nuova rubrica di cinema
Una nuova rubrica tutta dedicata alle uscite in sala. È “La La Land”, titolo preso in prestito dall’omonimo film del geniale Damien Chazelle, il più giovane ad essere incoronato con l’Oscar per la miglior regia. Il film “La La Land” ha inaugurato Venezia73 e ha vinto nel 2017 6 statuette di peso. È il racconto di Hollywood, dei sogni dolci, fiduciosi e malinconici che attiva nello spettatore, che prova a bucare lo schermo, a diventarne protagonista.
Al cinema dal 1° febbraio. Nel segno del thriller spionistico puntellato umorismo è “Argylle. La Superspia” (Universal Pictures): alla regia Matthew Vaughn – suoi “Stardust” (2007) e la saga “Kingsman” (2014-21) –, punto di attrazione è il cast all star con Henry Cavill, Bryce Dallas Howard, Sam Rockwell, Bryan Cranston, Dua Lipa e John Cena. Giocato su due piani narrativi, la realtà della scrittrice di gialli Elly Conway e quella delle sue creature immaginarie, agenti segreti; piani destinati a collidere in una girandola action. Il binario si conferma quello di “Kingsman”. Per un pubblico ampio, amante del genere.
In sala c’è anche “How To Have Sex” (Teodora Film) esordio della britannica Molly Manning Walker, vincitore della sezione Un Certain Regard a Cannes76. Uno sguardo asciutto e disincantato sul mondo dei giovani oggi; uno specchio che riflette fragilità, ricerca di un divertimento teso allo stordimento, ma anche una solitudine bruciante dove le relazioni familiari sono inesistenti. “How To Have Sex” urla un grande disagio esistenziale, un vuoto assordante. Un film duro, spietato e provocatorio, che parla ai giovani ma che dovrebbe essere visto soprattutto da adulti ed educatori per capire meglio il mal di vivere.
Officine Ubu porta in Italia la commedia francese “Una bugia per due” di Rudy Milstein con Vincent Dedienne e Clémence Poésy: a un avvocato quarantenne viene diagnosticata per sbaglio una grave malattia, situazione che lo spinge a rapportarsi alla vita in maniera diversa. Commedia degli equivoci con sfumature drammatiche. Infine, la seconda regia di Ginevra Elkann “Te l’avevo detto” (Fandango), istantanea tragicomica su un’umanità sul crinale dello smarrimento, tra un clima impazzito ed emozioni allo sbando. La Elkann, che si muove lungo lo stesso binario narrativo di “Siccità” di Paolo Virzì, coinvolge un cast di livello: Valeria Bruni Tedeschi, Valeria Golino, Danny Huston e Alba Rohrwacher.
Focus Oscar96, “The Holdovers”. Agli Oscar correrà per cinque statuette, ma occhi puntati soprattutto sull’interpretazione maschile di Paul Giamatti. Parliamo di “The Holdovers. Lezioni di vita”, che segna il ritorno in grande stile di Alexander Payne (“Paradiso amaro”). Una commedia dall’ironia tagliente marcata di note drammatiche che racconta le vacanze di Natale, nel New England del 1970, di un professore dedito alla bottiglia, di uno studente liceale abbandonato dai familiari e di una cuoca in lutto. Tre solitudini insieme per caso, che sapranno ascoltarsi, aiutarsi e forse salvarsi. “The Holdovers” si apre con risate a briglia sciolta, ma nei volteggi finali trova poesia e commozione. E la mente corre al bellissimo “L’attimo fuggente” (1989) di Peter Weir, al prof. John Keating di Robin Williams. “O capitano! Mio capitano!”.