Niente sarà come prima. Passata l’emergenza, si dovrà ragionare su altri temi e priorità legati alla vita delle persone
Passata l’emergenza, le Acli dovranno ragionare su altri temi e priorità legati alla vita delle persone, alla salute, all’economia e al mondo del lavoro. L'editoriale di Gianni Cremonese.
L’emergenza Coronavirus, che sta cambiando il nostro modo di vivere, la socialità, l’economia e il lavoro, ci impone di esprimere vicinanza e condivisione a tutti i nostri iscritti che vivono la pesantezza di una situazione che non ha precedenti. Questo vuole essere anche un modo per sentirsi collegati e farci forza per guardare avanti.
È un contagio che provoca paura, chiusura, rabbia, isolamento e morte. In poco tempo è cambiato tutto; siamo stati chiamati a modificare in fretta il nostro stile di vita e ad assumere grandi responsabilità personali con l’autoreclusione.
Questa responsabilità ha portato la nostra associazione a riorganizzarsi, cercando in primo luogo di sospendere le attività per tutelare la salute del personale e di chi ogni giorno accede ai nostri sportelli. In secondo luogo, consapevoli della nostra utilità sociale, abbiamo deciso di non lasciare soli chi ha bisogno di noi. Caf Acli, Caa Acli, Patronato Acli di Padova e segreteria associativa, nonostante la chiusura “fisica”, rimangono al servizio dei cittadini grazie ai nostri operatori attivi via telefono (049-601290) e via email padova@acliservice.acli.it (Caf), padova001@caa-acli.it (Caa), padova@patronato.acli.it (patronato), padova@acli.it (area associativa).
In terzo luogo abbiamo rinviato il Congresso provinciale del 21 marzo a data da destinarsi.
Questo ci permetterà di definire meglio la strategia delle Acli nella società e il loro posizionamento dopo che la pandemia passerà obbligandoci a ragionare e operare con nuovi schemi. Il dopo non sarà più come prima; di questo è bene esserne consapevoli: cambierà il mondo.
Attualmente la situazione e la tenuta del sistema sanitario nazionale è ai limiti del collasso, soprattutto per quanto riguarda i reparti di terapia intensiva. Per questo esprimiamo il nostro ringraziamento a tutto il personale sanitario che sta facendo l’impossibile per salvare vite umane colpite dal virus.
Come Acli invitiamo i nostri circoli, i volontari e gli iscritti a seguire e rispettare le restrittive disposizioni del governo. Chiediamo di non soccombere alla paura, di trovare energie nuove per una reazione unitaria e di collaborare, secondo le modalità possibili, con le istituzioni locali per sostenere le persone più fragili attraverso le sinergie delle reti sociali.
Questa è la solidarietà che ci è chiesta; ci si salva da questo flagello insieme, incominciando a rispettare le regole. Le Acli ci sono.
Il tempo di questa Quaresima in cui siamo chiamati a vivere da cristiani sia incentrato sull’essenzialità della preghiera. E che il Signore ci aiuti ad attraversare questa difficile prova.
Gianni Cremonese presidente Acli Padova