Monselice. Quale futuro per la Rocca? Prosegue il piano di recupero
Monselice Prosegue il piano di recupero della Regione e nasce un gruppo per un rilancio “scenografico”. Criticato da alcuni

Che la Rocca fosse un colle strategico lo avevano capito anche gli antichi: affacciata sulla pianura, con una vista che si perde all’infinito, palcoscenico di eventi che hanno lasciato il segno nella storia facendo di questo luogo l’emblema della città. Non c’è monselicense che non abbia a cuore le sorti di questo monte, ma ultimamente, complice il Giubileo, le attenzioni sono arrivate anche da più lontano: da una parte perché la Regione Veneto continua il suo piano di recupero con uno stanziamento di 3 milioni di euro; dall’altra per la proposta del neonato gruppo “La Rocca 2.0”, che con un progetto scenografico riaccende gli animi su vecchie questioni. Dopo gli interventi di consolidamento statico sulle sette chiesette e nel complesso del castello, i finanziamenti regionali hanno permesso il recupero di Casa Bernardini, un edificio quasi alla sommità del colle che sarà adibito a ricezione e ristoro, si spera, già dai prossimi mesi. Ora i lavori si concentreranno sul palazzo storico antistante il Castello Cini e denominato Casa Cattin. Un tempo fu dimora della moglie del conte Vittorio Cini, la diva Lyda Borelli, e poi rimase a uso del custode. In tempi più recenti vi fu aperto un eccentrico locale enogastronomico con una cupa ma suggestiva atmosfera medioevale. E questo, probabilmente, ritornerà a essere il suo destino dopo i restauri, mentre i piani superiori serviranno alla ricezione turistica. L’ultimo tassello del finanziamento regionale riguarda invece il torrione, cioè il mastio che domina l’altura. L’intervento andrà a collocarvi una scala esterna in vetro e corten, un particolare acciaio molto leggero. Qui si inserisce anche il progetto del gruppo “La Rocca 2.0”, un comitato nato per la rigenerazione urbana del colle e aperto a tutti i cittadini. Ne è promotore Nicolò Dall’Olio, giovane laureando in ingegneria, che assume il ruolo di presidente, affiancato dalla vice Mirta Fiocco, presidente dell’Ascom Confcommercio, e da Maria Grazia Canazza e Paola Signoretto, presidenti rispettivamente di Pro loco e Giostra della Rocca. Tra i fondatori, in veste di coordinatore, anche il giornalista Maurizio Drago, impegnato in progetti di promozione del territorio. La loro proposta mira a «fare del colle una risorsa culturale ed economica», come ha spiegato il presidente Nicolò Dall’Olio presentando un video ora disponibile nei canali social. «Un progetto rispettoso della sicurezza e della sostenibilità ma che sia anche volano di sviluppo per la città», ha ribadito la presidente dell’Ascom Mirta Fiocco. Sta di fatto che l’idea del comitato nascente va a riprendere un’annosa questione accantonata 18 anni fa, ovvero quella di costruire un ascensore all’interno della Rocca che dal parcheggio alla base porti direttamente alla sommità, sbucando sull’area archeologica del torrione. Quest’ultimo diverrebbe sede museale, mentre la zona a sud sarebbe valorizzata da terrazze per un’area attrezzata a bar e lo spazio intorno a parco di svago. La proposta ha inevitabilmente diviso i monselicensi in entusiasmo e stupore da una parte e dubbi e polemiche dall’altra, ma la perplessità più evidente è che guidando i turisti a passare dal parcheggio alla cima, si rischi di eclissare la parte più pregevole della Rocca, cioè il percorso di via del Santuario, definito da Gianantonio Cibotto «la passeggiata più bella del Veneto», con la Pieve antica di Santa Giustina e le ville lungo il percorso. La pensa in questo modo il consigliere e ambientalista Francesco Miazzi, che è per soluzioni meno impattanti e costose, come un elevatore esterno nell’ultimo tratto o l’uso di navette elettriche, in modo da permettere ai turisti di salire il colle con un graduale apprezzamento della sua bellezza. Tra i contrari all’ascensore anche lo storico Riccardo Ghidotti, che sottolinea piuttosto come la campagna di scavi in atto stia offrendo «un ampio sito archeologico tutto da valorizzare» e in ciò ha l’approvazione del presidente di Italia Nostra Renzo Fontana. Da non trascurare infine la fragilità geologica che la Rocca ha dimostrato con numerosi eventi franosi, come quello del parco di San Tommaso, a nord-est, di cui il ripristino è ancora in corso.