Milioni per l'assegno unico ricollocati. Forum Associazioni Familiari del Veneto: "Che tristezza, che tradimento, che brutta caduta..."
Adriano Bordignon (Forum Associazioni Familiari del Veneto): “Il Consiglio dei Ministri tradisce le famiglie riallocando 630 milioni destinati all’Assegno Unico”
«Stampa e social ci raccontano che giovedì in Consiglio dei Ministri si è deciso il taglio alle risorse per l’Assegno unico per trovare fondi per il decreto Aiuti bis. Si parla di 630 milioni di euro. È un fatto grave e vergognoso. In termini pratici ma anche di senso».
È questa la reazione di Adriano Bordignon, presidente del Forum delle Associazioni Familiari del Veneto. In un Paese che tra le tante sue patologie si trova in pieno e cronico inverno demografico, che ha un ritardo trentennale in termini di politiche familiari, che ha cominciato solo ora a compiere i primi timidi passi, ecco l’inciampo che in termini di senso diviene una caduta rovinosa.
«Invece di aumentare le risorse e migliorare l’assegno unico, si pensa di tagliarle», aggiunge Bordignon. «Un fiasco politico che pone un sacco di interrogativi alle famiglie che a settembre andranno a votare. Il fisco in Italia non è equo: le famiglie pagano le tasse in base al reddito e non in base alla composizione familiare (eludendo perciò il principio costituzionale della capacità contributiva – art. 53) e gli aiuti concessi in questi ultimi anni non hanno mai tenuto conto del numero dei figli. Tagliare le risorse alle famiglie dopo nemmeno un anno di assestamento mostra una miopia politica o la dichiarazione esplicita che famiglie e nuove generazioni “non contano niente”».
Le famiglie sono invece la prima e ultima risorsa della nostra Italia, “il petrolio e il gas” del nostro Paese: agendo così le schiacciamo e le tradiamo. «Abbiamo già effetti evidenti di come la denatalità stia impattando sul sistema Italia», spiega il presidente del Forum: «chiusura di classi e scuole, scarsità di lavoratori in diversi settori, ridotta competitività e innovazione, abbandono delle aree interne e montane, migrazione dei giovani verso altri territori, messa a rischio del sistema pensionistico e di welfare, solitudine degli anziani…»
I dati dell’Inps ci dicono poi che la misura (pur con molti limiti da perfezionare) stava andando bene essendo al primo anno. «Il numero di accessi poteva essere assolutamente maggiore, se si fosse eliminato l’incomprensibile scoglio di dover presentare l’Isee, per una misura che non è di lotta alla povertà. Sorprende perciò molto negativamente l’annunciata riduzione del fondo 2022 per l’Assegno unico per i figli, che sembra essere contenuta nel decreto Aiuti bis».
Tale scelta deriverebbe dalla stima del minor numero di domande presentate rispetto a quelle potenziali. «Non è una giustificazione accettabile», osserva Bordignon. «Tutto ciò era stato ampiamente previsto. Nelle Commissioni Parlamentari si discusse sul fatto che le stime di spesa contenute nella relazione tecnica fossero basate su valutazioni prudenziali, prevedendo che i possibili risparmi dovessero “essere principalmente destinati a garantire totalmente le clausole di salvaguardia (anche alle famiglie sopra i 25mila euro di Isee), a ridurre il coefficiente che valorizza la componente patrimoniale ISEE e a limitare la selettività oggi prevista”».
Insomma, un pessimo segnale alle famiglie, è l’amara conclusione. «È la scelta di un paese che in termini di natalità e famiglia fa un passo avanti e due indietro».