Migranti, la riforma dei decreti Salvini è lettera morta: migliaia di persone in un limbo giuridico

Monitoraggio del Forum per cambiare l’ordine delle cose sull’applicazione delle legge 173: in tante questure impossibile ottenere la nuova “protezione speciale”. Schiavone (Asgi): “Tutelare la riforma significa difendere la vita e i diritti fondamentali dei migranti e far evolvere la nostra società”

Migranti, la riforma dei decreti Salvini è lettera morta: migliaia di persone in un limbo giuridico

M. ha lasciato il proprio paese, la Guinea Conakry, quando era minorenne. Ha passato quasi due anni in Libia prima di raggiungere l’Italia nel 2014. Una volta arrivato nel nostro paese, ha fatto domanda di protezione e ottenuto un permesso di soggiorno per motivi umanitari, che due anni fa non è più riuscito a rinnovare per l’entrata in vigore dei cosiddetti ‘decreti Salvini’. Lavorando nel settore agricolo, come moltissimi senza un contratto, a maggio 2020 ha fatto domanda di regolarizzazione, ma è stata rigettata perché non ha prove del proprio impiego. Così ha presentato una richiesta di protezione speciale via Pec alla Questura. Anche questa richiesta ha ottenuto un rifiuto perché non sussisterebbero i requisiti. Dopo sette anni in Italia M. è oggi un irregolare a rischio rimpatrio, anche se in Guinea non ha più nessuno: i genitori sono morti. Il caso di M. è esemplificativo del limbo in cui molte persone si trovano costrette a vivere per effetto delle norme in vigore. I decreti Salvini, infatti, dovevano essere superati dal cosiddetto decreto Immigrazione (dl 130), convertito nella legge 173/20. Ma per ora le nuove norme sono solo lettera morta. Lo conferma un monitoraggio fatto dal Forum per cambiare l’ordine delle cose, fatto nelle prefetture di diverse città italiane, tra cui Lecce, Brindisi, Bari, Foggia, Termoli, Napoli, Caserta, Roma, Firenze, Bologna,  Ancona, Parma, Trieste, Bolzano. Sotto la lente sono finite, in particolare, le procedure legate al riconoscimento della protezione internazionale e i rilasci dei relativi permessi di soggiorno, in particolare per protezione speciale. 

Secondo i risultati del report attualmente vige una totale disapplicazione della legge e persistono gravi criticità procedurali, prassi illegittime e circolari contrarie alla norma. Sono moltissime le istanze di protezione speciale bloccate, le domande di rinnovo respinte, i casi pendenti non considerati. Perché succede? “Se dalle questure arriva la richiesta di indicazioni, il Viminale, con una circolare dello scorso 19 marzo, specifica che ‘la tipologia di permesso di soggiorno per protezione speciale di cui all’art. 19 comma 1.2 del Testo unico immigrazione non può essere richiesta direttamente al Questore’: una posizione che contrasta con la normativa - si legge nel report -. E se è lo stesso Ministero dell’Interno a non riconoscere la legge, tale comportamento si ritrova nelle questure, che continuano a chiedere alcuni requisiti -come ad esempio la documentazione sull’alloggio- nonostante il dl130 li abbia eliminati. Per centinaia di persone che avevano già subìto le conseguenze dei decreti sicurezza, restando di fatto bloccate nei propri percorsi di vita, la sostanza è rimasta la stessa: continuano a essere intrappolate in un limbo giuridico e di irregolarità, creato dalle stesse istituzioni, che contraddicono se stesse”.

La legge di riforma dei decreti Salvini era attesa da tempo e sollecitata dalle organizzazioni, anche per il ripristino di un sistema di accoglienza realmente adeguato. Ma anche in questo caso, le nuove disposizioni sono rimaste sulla carta.  “Tutelare la riforma significa non solo difendere la vita e i diritti fondamentali di decine di migliaia di persone straniere che vivono nel nostro paese; significa anche far evolvere l’Italia nel suo complesso verso una società meno violenta e più sicura, aperta ed inclusiva per tutti”: sottolinea Gianfranco Schiavone, vice presidente di Asgi e membro del Forum per cambiare l’ordine delle cose. “L’immigrazione purtroppo è tema prima mediatico che politico, così capita troppo spesso che lo si affronti non con vere azioni di cambiamento, ma con slogan - aggiunge Andrea Segre, membro del Forum -. Ci siamo talmente abituati a questo paradosso, che ora ne abbiamo uno ancora più grave e assurdo: sono anche le leggi approvate e promulgate a non venire applicate. Così sta succedendo per il dl 130. Ad oggi questa legge non viene applicata dalle Questure che continuano a negare le protezioni. Così centinaia di esseri umani sono senza protezione, e senza protezione siamo tutti noi, in balia di slogan e onde mediatiche che troppo spesso trasformano un tema di civiltà in un mercato di voti”. Su questo tema il Forum per cambiare l’ordine ha lanciato la campagna #ParadossiAll’italiana, per sensibilizzare e informare la società civile e sollecitare la politica. Diverse le realtà che hanno già aderito, da Amnesty International al Naga di Milano. 

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Fonte: Redattore sociale (www.redattoresociale.it)