Migranti, Lamorgese: "Nuovo patto Ue non soddisfacente per l'Italia"
La ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, in audizione in Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen. "Serve sforzo straordinario dell'Ue sui meccanismi di rimpatrio". E sui rimpatri: "Doverosi, ma l'attuazione di questo principio è resa difficile dalla complessità tecnica della procedura"
"L'attuale formulazione delle proposte" della Commissione europea in tema di migranti "non è da ritenersi soddisfacente per l'Italia". Lo dice la ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese, durante l'audizione in Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'accordo di Schengen.
Parlando del nuovo Patto Ue per l'immigrazione, la titolare del Viminale ha spiegato: "Il negoziato è in corso, si tratta di un progetto ambizioso, che secondo le intenzioni della Commissione europea dovrebbe instaurare un quadro europeo sostenibile e duraturo della gestione delle politiche migratorie e dell'asilo. La Commissione ha elaborato un pacchetto di misure molto ampio, diversificato, che spazia dalla gestione integrata delle frontiere esterne alla lotta al traffico di esseri umani, dalla politica dell'integrazione agli aspetti della governance del sistema".
Rimpatri, "serve uno sforzo straordinario europeo"
"Un altro capitolo centrale del contrasto all'immigrazione illegale è l'organizzazione dei rimpatri: chi non ha titolo per entrare nel nostro Paese deve essere rimpatriato, ma l'attuazione di questo principio è resa difficile dalla complessità tecnica della procedura. In tale settore riteniamo essenziale un maggiore sforzo dell'Ue sia nel negoziare nuovi accordi di rimpatrio sia nel sostenerne finanziariamente l'implementazione da parte degli Stati membri impegnati in tale esercizio".
"Per rafforzare la cooperazione operativa in materia di identificazione e rimpatrio - spiega la ministra - l'Italia, negli ultimi anni, ha condotto specifici negoziati per la conclusione (o il rinnovo) di intese tecniche con diversi Paesi di origine dei flussi migratori, che prevedono anche l'invio in missione in Italia di funzionari di detti Paesi incaricati di collaborare con le autorità italiane nelle procedure di identificazione dei migranti irregolari. I Paesi coinvolti sono: Costa d'Avorio, Gambia, Guinea-Conakry, Nigeria e Senegal".
Per la ministra dell'Interno, "serve uno sforzo straordinario europeo per facilitare le attività di rimpatrio". "Sui rimpatri europei - ha spiegato la ministra - ci stiamo spendendo molto. Ne abbiamo parlato anche con la commissaria Johansson, proprio perché riteniamo che il principio di far partire a livello europeo degli accordi di rimpatrio possa avere una maggiore forza con tutti i paesi".
Luciana Lamorgese, durante l'audizione, ha spiegato dunque che in tema di rimpatri dei migranti "ci sono accordi che funzionano come quello con la Tunisia ma che ci sono Paesi con cui non c'è modo di fare accordi di rimpatrio che siano concreti". La ministra dell'Interno ha citato l'esempio della Costa d'Avorio "che non ha un'anagrafe" per cui "i riconoscimenti sono difficili da effettuare" e "i consoli non possono procedere".
Domani in Tunisia con la commissaria Johansson
"Domani sarò in Tunisia con la commissaria Ylva Johansson per sviluppare un sistema di linea dedicato a quel Paese ed affrontare insieme il traffico dei migranti", ha annunciato la Lamorgese. "Serve un sostegno deciso dell'Unione europea- aggiunge la titolare del Viminale - che la commissaria Johansson ha già dimostrato". (DIRE)