Merlara. La pandemia ha privato del contatto con i ragazzi. Buon le iniziative on line, ma...
La pandemia ha suscitato in tutte le comunità l’ansia di recuperare il cosiddetto “tempo perduto”. Questo tempo può essere opportunità di discernimento per “ricominciare”, più che “ripartire”, nella fatica di “potare” il nostro consueto per ritrovare le vere priorità pastorali. Secondo una catechista del primo discepolato della parrocchia di Merlara, riesce difficile parlare di “potature” ma piuttosto di “calma” nell’ affrontare il prossimo anno.
Abbiamo il bisogno di ricostruire relazioni, entusiasmo da trasmettere a ragazzi e genitori. Adulti e ragazzi devono “riabilitarsi” alle “relazioni” e all’ “ascolto”. Tutti abbiamo bisogno di parlare del nostro vissuto, di essere ascoltati dopo questa esperienza che in modi diversi ci ha cambiato la vita.
Per gli adulti sono importanti attività dove riescano a parlare della vita nel contesto del Vangelo, “buona notizia” ancora più attuale. La catechista riassume l’essenziale da non perdere mai, nella calma, nell’ascolto, nella relazione e nel Vangelo.
Per un accompagnatore del Tempo della Fraternità, la pandemia ha tolto il confronto tradizionale con i ragazzi, a favore di soluzioni altre di dialogo, perché non si sentissero “abbandonati”. I mezzi multimediali hanno permesso un legame “a distanza” con calo nella partecipazione alle celebrazioni. Positiva in questo senso è stata l’adesione a proposte come la preghiera nelle case davanti “l’angolo bello”. Ha dimostrato la riscoperta di una dimensione di fede più intima e familiare. I gruppi del Tempo della fraternità ritrovati da ottobre 2020 a maggio 2021 si sono mantenuti stabili. È “essenziale”, per continuare, coinvolgere operatori di altri gruppi di volontari, perché la Parola di Dio ha bisogno di testimonianza di vita per tutti, specialmente per i più giovani che guardano agli adulti come il faro che illumina i passi.
equipe di iniziazione cristiana di Merlara