Lova, Campagna Lupia. Luigi Terrani, una vita per la comunità
Una vita passata al servizio della comunità, quella di Luigi Pietro Terrani, che ora viene premiata da papa Francesco con la medaglia pro Ecclesia et Pontifice.
Un grande onore per quest'uomo che da sessant'anni è infaticabile quanto premuroso custode della parrocchia e della chiesa di Lova. «È un autentico segno della Provvidenza − dice di lui il parroco, don Agostino Marinello − un uomo saggio e paziente, estremamente discreto e per cui tutta la comunità nutre profonda stima e gratitudine».
Non potrebbe essere diversamente, basti pensare che per i primi sei anni della sua "carriera" Terrani è stato anche campanaro, dovendo sobbarcarsi per sei volte al giorno, tutti i giorni, la lunga strada che separava casa sua dalla pieve. Una vita d'impegno, quella del sagrestano, che pure è riuscito a farsi una famiglia senza mancare mai a una celebrazione, a un battesimo come a un funerale.
«Da qualche tempo Luigi si prende cura della moglie come per una vita si è preso cura della chiesa − continua don Agostino Marinello − A 85 anni comunque non ha lasciato il suo ruolo ed è presente in parrocchia soprattutto la domenica». Non molla insomma, Luigi, anche ora che l'età potrebbe giustificarlo.
La comunità lo ha festeggiato domenica scorsa con una celebrazione liturgica solenne e poi con un bel pranzo in compagnia, nel capannone allestito nelle vicinanze della parrocchia. Il minimo per un uomo che ha fatto della dedizione al servizio una ragione di vita.
Lova ha in programma anche un'altra solenne liturgia, stavolta più tradizionale, quella della Madonna in barca. Sabato 26 maggio alle 20.30 sarà il vicario generale don Giuliano Zatti a presiedere le celebrazioni della 35a processione mariana, dopo che l'anno scorso era stato il vescovo Claudio a guidarla.
Una processione come se ne facevano molte, una volta, nata dalla devozione dei valesani, gli abitanti delle valli lagunari da caccia e da pesca che in Lova avevano la parrocchia più vicina. C'era un'intera economia che viveva e lavorava qui, fra terra e barena, che è andata scomparendo negli anni ma di cui la generazione di Luigi Terrani è stata testimone e che ora celebra con le sue caorline e la sua umile quanto infinita devozione.