La moneta del potere. Facebook e la sua proposta di sistema finanziario alternativo
Il progetto in sé è molto “eversivo”: sostituirsi ai circuiti finanziari attuali, ai metodi di pagamento, alle transazioni di denaro.
Ogni minuto che passa Google fa 75mila dollari di utili. Ripeto: di utili, i ricavi sono ovviamente molti di più, ma ciò che rimane in tasca agli azionisti del colosso americano è quella cifra mostruosa lì, frutto delle centinaia di milioni di persone che in ogni momento e in ogni dove utilizzano i suoi servizi. Ricavi e utili altrettanto clamorosi li fanno pure altre major come Amazon o Facebook, tanto per rimanere nell’ambito di colossi che stanno rivoluzionando il mondo.
D’altronde si vede che i loro prodotti e servizi sono apprezzati, innovativi, senza concorrenti di pari livello: quindi tanto di cappello. Sennonché i problemi che già ci sono ora (metodi di tassazione assai discutibili e comunque “lievi”; concorrenza schiacciata; dominio del mercato; potenza mediatica spaventosa…) rischiano di essere modesti rispetto a quelli che potrebbero insorgere nell’immediato futuro.
Per dire: Facebook, che mette in rete miliardi di esseri umani in tutto il mondo e di loro conosce molto se non tutto, ha annunciato la sua volontà di costruire un sistema finanziario alternativo a quello esistente, sostanzialmente imperniato sulle monete e sulle banche. Genericamente si è parlato di una nuova moneta sganciata dalla territorialità; il progetto in sé è molto più “eversivo”: sostituirsi ai circuiti finanziari attuali, ai metodi di pagamento, alle transazioni di denaro, all’utilizzo dello stesso e via di seguito.
Facebook ha detto: chi mi ama, mi segua. E finora ha trovato sostanzialmente un muro. Le banche vedono questa novità come il fumo negli occhi, e ci mancherebbe. Tutto il sistema ha sostanzialmente fatto quadrato: vade retro! Quel che è peggio (per Facebook) è stata la contrarietà delle banche centrali, di chi insomma governa euro, dollaro, yen… Perché i rischi di un simile progetto sono enormi: ai ventilati vantaggi si affianca una paura tutt’altro che teorica, tutt’altro che lieve. Quella per cui le nostre vite saranno controllate non più dai governanti, dalle istituzioni, dalle regole condivise, ma da chi avrà in mano Facebook. È una crescita della democrazia, l’esistenza di un simile Grande Fratello su scala planetaria?
Già ora i dubbi sul ruolo di questo immensi social network sono di giorno in giorno sempre più fitti e consistenti: hanno il potere di veicolare idee o di sabotarle, di filtrarle, di modificarle in tempi rapidissimi e con notevole efficacia. Un potere immenso che mai nella storia dell’umanità qualcuno ha avuto. Ci lasceremo condizionare o riusciremo a condizionarli?
Fino ad oggi abbiamo goduto degli innovativi servizi che ci hanno offerto, tali da stravolgere il mondo nel giro di pochi anni. Si arricchiscono? Vabbè. Ma se un domani sempre più imminente, oltre ai soldi volessero anche il potere assoluto?