La grande carenza di responsabilità. Enrico Letta, Andrea Crisanti e Antonio Autiero a confronto sulla pandemia

Come i leader istituzionali intendono la vita, se solo organismo da proteggere dalla malattia o come insieme di relazioni o meccanismi sociali. E come si può parlare di vita umana senza parlare di libertà? Ma il concetto di libertà, in questa pandemia, ha posto riflessioni sulla possibilità di limitazioni per contenere il virus. Di questo e attorno ad altre parole quali informazione, dialogo, partecipazione, si è strutturato il dialogo a tre tra il professor Andrea Crisanti, l'ex premier Enrico Letta e il teologo morale Antonio Autiero nell'incontro “Istituzioni pubbliche: tra responsabilità e progetto”, primo appuntamento di “Etica Civile: parole per la cittadinanza”, promosso dalla fondazione Lanza col contributo della fondazione Cariparo

La grande carenza di responsabilità. Enrico Letta, Andrea Crisanti e Antonio Autiero a confronto sulla pandemia

Dying in a Leadership vacuum. “Morire in un vuoto generato dalla leadership” è il duro titolo dell’editoriale pubblicato agli inizi di ottobre dal The New England Journal of Medicine, la più antica e tra le più importanti e diffuse pubblicazioni di medicina generale al mondo, con sede a Boston, negli Stati Uniti. E proprio rivolgendo il suo sguardo all’interno dei confini nazionali, l’editoriale critica apertamente le istituzioni per come hanno gestito l’emergenza pandemica: «Hanno preso una crisi e l’hanno trasformata in tragedia», si legge in apertura; «I nostri leader hanno in gran parte scelto di ignorare e persino denigrare gli esperti». Oppure: «Le persone semplicemente non indossano maschere, in gran parte perché i nostri leader hanno dichiarato apertamente che sono strumenti politici piuttosto che efficaci misure di controllo delle infezioni».

La pandemia da Covid-19 ha manifestato le grandi dicotomie sociali smascherando situazioni d’arretratezza, inadeguatezza, disparità e posto al centro le decisioni dei singoli che hanno avuto ripercussioni sulla vita della popolazione mondiale. Ed è gravitando attorno a queste riflessioni che si è sviluppato “Istituzioni pubbliche: tra responsabilità e progetto”, un dialogo tra l’ex presidente del Consiglio, Enrico Letta, il prof. Andrea Crisanti e Antonio Autiero, teologo morale, docente emerito all’Università di Münster, in Germania, con cui si è aperto il 22 ottobre il ciclo di appuntamenti di “Etica Civile: parole per la cittadinanza”, promosso dalla Fondazione Lanza col contributo della Fondazione Cariparo. Del resto, in momenti di grave crisi, la storia e anche l’attualità mostrano come i cittadini tendano a riporre la propria fiducia nelle istituzioni con la speranza che esse siano in grado di condurli al più presto fuori dalla crisi. Un’attitudine psicologica che i politologi definiscono effetto rally ‘round the flag, traducibile con “radunarsi sotto la stessa bandiera”, una tendenza a essere più coesi di fronte a una minaccia esterna.

La polarità salute-libertà

E questo quanto può incidere sul ruolo di leadership e la capacità di una visione responsabile? The New England Journal of Medicine e altre riviste di settore stanno ponendo severa attenzione sull’improcrastinabilità di ridefinire il rapporto tra politica e scienza, messo in alcuni casi fortemente in dubbio. E in questo contesto, come definire, lo stesso concetto di vita? È la domanda che si pone  Antonio Autiero: «Il concetto di vita, inevitabilmente in questi mesi di pandemia, è diventato centrale nei nostri discorsi; tuttavia parliamo di qualcosa che ha un’enorme complessità, non parliamo solamente dei nostri corpi minacciati da una malattia. Anche le istituzioni che hanno il compito di tutelare i cittadini devono sottoporsi a questo senso di interrogazione e devono rispondere del loro modo di intendere la vita: va salvaguardato solamente il nostro organismo? O va inquadrata in un contesto più generale fatto di relazioni, di meccanismi collettivi e sociali? E come si può parlare di vita veramente umana senza parlare di libertà?».

I provvedimenti che hanno disposto il distanziamento fisico, l’obbligo di rimanere a casa o anche le raccomandazioni a utilizzare dispositivi di protezione hanno segnato una limitazione della libertà personale con dazi enormi legati alla sofferenza intima e depressione. Massimo Giannini, direttore de La Stampa, positivo al coronavirus e per tre settimane in terapia intensiva, nel suo editoriale ha affermato che se si vuole contenere il virus, si devono cedere quote di libertà. Eppure il diritto alla libertà è fondante dei soggetti umani ed è l’espressione più alta della dignità umana. La criticità, però, è evidente ed è confermata dall’articolato intervento di Andrea Crisanti: il contrasto al Covid-19 può essere incisivo solo con efficaci strumenti di tracciamento che, fatalmente, vengono a interferire con il diritto alla riservatezza e alla tutela dei dati personali. Il successo dell’azione di Paesi come la Corea del Sud è legato anche a pratiche che l’Occidente faticherebbe ad accettare come la geolocalizzazione o il tracciamento dell’uso delle carte di credito.

Dati sensibili, ai giganti del web, ma non ai medici

Ma nel continuo dialogo e rapporto tra cittadini e istituzioni, il professore ordinario di microbiologia dell’Università di Padova, volge una critica attenzione verso un terzo soggetto: «Pensiamo alle informazioni sulla mobilità e sullo spostamento in possesso dei giganti del web, come Amazon, Google, Facebook: sono dati che ci faciliterebbero in maniera esponenziale il controllo della pandemia, ma la legge sulla privacy incapsula queste informazioni in un fortino inespugnabile. Fortino che è il loro modello di business, con una grave polarizzazione di parte, una mancanza di oggettività che crea una gigantesca asimmetria di potere: davanti al pc siamo soli, ma dall’altro lato c’è un team di laureati che ci vuole tenere legati per poi vendere la nostra attenzione. E invece noi medici ci ritroviamo davanti a una certa frequenza di omissioni da parte della persona risultata positiva e interrogata per ricostruire le interazioni degli ultimi giorni per individuare altri possibili contagiati, il cosiddetto “contact tracing”: emotivamente, al cospetto di queste domande, si sente quasi colpevole, sopraffatto può non ricordarsi nulla, ma c’è anche chi vuole difendersi da queste intrusioni nella sfera privata, scegliendo la difesa personale al bene pubblico».

L’uso dei dati sensibili, la tutela dei dati personali, insomma ci porta a muoverci con estrema delicatezza e prudenza in pericolose sabbie mobili. Le stesse democrazie sono a rischio manipolazione a causa dell’utilizzo distorto e improprio delle preferenze individuali, ma è altrettanto riconosciuto che la pandemia ha rafforzato il ruolo della rete, rendendo più acuta la percezione dello scarto tra la sua velocità comunicativa ad ampio raggio orizzontale e le istituzioni che spesso appaiono lente, bloccate, troppo verticali. Per Enrico Letta la soluzione è da ricercare nella necessità di potenziare la partecipazione e forme di democrazia partecipativa con leggi elettorali adeguate per i cittadini e non come quelle attuali che hanno reso protagonisti i politici già protagonisti. Ogni cittadino deve avere la possibilità di operare responsabilmente e in relazione con le istituzioni e per farlo dev’essere autorevole, connesso, con le necessarie competenze.

La centralità dell'istruzione

Come? Attraverso l’informazione e l’istruzione: «L’istruzione come bussola per un personale discernimento così da saper cogliere e analizzare le informazioni giuste senza smarrirsi nella massa di notizie attuali, sempre più parziali e alla ricerca del proprio auto convincimento – è la visione di Letta, oggi preside della scuola Affari Internazionali dell'università Sciences Po di Parigi – Ma dico anche che, terminata questa difficile stagione, dobbiamo irrorare la nostra convivenza riprendendo il dialogo, lo scambio e l’incontro di persona: solo così cresciamo, mettendoci nei panni dell’altro ne usciamo rafforzati. Sono preoccupato perché ci stiamo chiudendo nelle nostre dimensioni, assecondiamo chi ragiona come noi e questo è fare marcia indietro. Per questo vorrei tanto che ogni studente liceale in Europa potesse fare l’Erasmus per alcuni mesi in un altro Paese: ci farebbe entrare nella logica della cittadinanza globale, con una visione larga e consapevole e matura così per colloquiare con le istituzioni autorevoli».

Consenso

Come sono cresciuti i consensi dei leader in questa pandemia? Un’indagine condotta da YouTrend pone in relazione il clima di emergenza e l’attenzione sui governatori politici. Boris Johnson, per esempio, ad aprile aveva visto crescere il tasso di approvazione del proprio operato per via della sua decisione di abbandonare la teoria dell’immunità di gregge e attuare le misure di contenimento nel Regno Unito. Tuttavia, se ad aprile il tasso di approvazione superava quello di disapprovazione di 39 punti, a oggi la situazione si è invertita e per il premier è tornata su livelli peggiori rispetto al periodo pre-pandemico. Anche i consensi per Merkel e Macron sono aumentati considerevolmente dall’inizio della pandemia, seppur in misura differente, mentre per Trump il tasso di approvazione è rimasto grossomodo costante e per Bolsonaro è diminuito. In Italia, tra febbraio e marzo il Governo Conte avrebbe guadagnato quasi 30 punti percentuali, passando dal 44 al 71 per cento, per poi scendere di nuovo nei mesi successivi. Ciò non toglie che il dato di marzo resti comunque il valore più alto degli ultimi governi.

La responsabilità del cittadino per il Time: andare a votare
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Sul senso di responsabilità del cittadino, arriva un forte messaggio da parte del settimanale statunitense Time: per la prima volta in 97 anni di pubblicazioni, infatti, sull’ultimo numero in copertina non c’è la sua classica testata, sostituita eccezionalmente dalla scritta “Vote”. Come spiegato in un editoriale dal direttore Edward Felsenthal, la decisione è stata presa considerando l’importanza che avranno le elezioni presidenziali americane del 3 novembre (vedi servizio alle pagine 24-25): «Pochi eventi cambieranno il mondo come i risultati delle prossime elezioni. Mentre gli americani decidono se è arrivato il momento di utilizzare il tasto “reset”… per celebrare questo momento storico, abbiamo sostituito il logo sulla copertina dell’edizione statunitense con un imperativo, quello di esercitare il nostro diritto di voto».

Il ciclo di incontri continuerà fino a febbraio 2021

Il ciclo di appuntamenti di “Etica Civile: parole per la cittadinanza”, promosso dalla fondazione Lanza, continueranno fino a febbraio 2021 con altri sei appuntamenti, alcuni dei quali anche in presenza e non solamente in modalità online. Si parlerà di “Società civile: tra partecipazione inclusiva e solidarietà”, “Religioni: tra rispetto e fraternità”, “Economia: tra sviluppo e sostenibilità” per poi proseguire con il tema “Cultura: tra complessità e bellezza” e due appuntamenti dedicati a diverse forme di linguaggio: uno spettacolo dal titolo “Adamo ed etica” e un reading focalizzato sulle parole di etica civile. Tutti gli appuntamenti sono a partecipazione gratuita previa iscrizione e il calendario completo, con gli ospiti, è consultabile sul sito www.padovaevcapital.it

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