Il santuario della Madonna della Salute torna a risplendere
Alla vigilia della festa della Madonna della Salute, sono stati presentati ai fedeli i lavori di restauro eseguiti nel santuario di Monteortone. Definitivo il consolidamento sismico, ma ora occorre – tra le altre cose – intervenire sul tetto
Quale modo migliore per celebrare la festa della Madonna della Salute di Monteortone, che terminare i restauri del santuario, almeno i più urgenti e significativi e presentare l'opera ai fedeli? A conclusione dei lavori è stata organizzata, lo scorso 20 novembre, una serata a tema alla presenza del parroco don Danilo Zanella, del sindaco Federico Barbierato, del vicario generale della Diocesi di Padova mons. Giuliano Zatti e di tutti coloro che a vario titolo hanno contribuito alla realizzazione degli imponenti interventi eseguiti per garantire la conservazione di questo monumento nazionale, orgoglio della città di Abano (Fondazione Cariparo, Regione Veneto, Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggi per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno Padova e Treviso).
Una macchina enorme, che è stata messa in moto per eseguire monitoraggi scientifici, consolidamenti statici comprendenti i tiranti e le murature, e il definitivo consolidamento sismico del monumento. L’intervento ha richiesto l’esborso di un milione 600 mila euro, suddivisi tra Regione Veneto, Fondazione Cariparo, Conferenza episcopale italiana, fondi parrocchiali e donazioni varie.
Tuttavia, gli interventi di restauro della chiesa non sono terminati. Le pareti interne nascondono preziosi affreschi che sono stati coperti negli anni della peste. Si tratta di dipinti a tema religioso risalenti al 1435, quando il santuario venne inaugurato e dedicato alla Madonna, che verranno recuperati e riportati alla luce in tutta la loro originaria bellezza appena possibile.
La chiesa, a croce latina con tre navate absidate, conserva preziosi affreschi parietali attribuiti a Jacopo da Montagnana e un prezioso quadro ligneo posto sulla navata centrale raffigurante la Madonna e il Bambino tra i santi Cristoforo e Antonio Abate.
«Ora è necessario sistemare il tetto perché interessato da infiltrazioni – ha sottolineato don Zanella – Sarebbe interessante anche compiere ulteriori ricerche storiche per individuare il luogo in cui è morto Pietro Falco, per completare una storia che, almeno in linea generale, è nota, e che ogni anno conduce a Monteortone migliaia di fedeli».
Il magnifico santuario fu edificato nella prima metà del 1400, nel luogo in cui, nel 1428 la Vergine apparve al soldato Pietro Falco, che si era ritirato in preghiera in questo luogo, promettendogli la liberazione dei padovani dalla peste. Così, quando nel 1630 un’analoga epidemia colpì la popolazione, i fedeli, che ricordavano la precedente intercessione di Maria, si recarono in processione al santuario, chiedendo alla Vergine che le genti euganee non fossero colpite dalla peste e fecero il voto di ripetere la processione ogni anno. Tra loro c’erano fedeli provenienti da Abano e dai paesi limitrofi, e nessuna delle persone che avevano preso parte alla processione fu contagiata.
Nella serata del 20 novembre è stata proposta una dettagliata relazione sui lavori di restauro con la proiezione di una ricca documentazione fotografica effettuata in corso d’opera e accenni alla storia del santuario; il tutto accompagnato da intermezzi musicali.
Il santuario non ha solo un’importanza religiosa. Il sindaco Barbierato ha sottolineato la sua importanza anche dal punto di vista culturale, in una zona a vocazione turistica come quella termale.