Il messaggio del Vescovo Claudio all'inizio del Ramadan ai fratelli e sorelle musulmani
Carissimi fratelli e carissime sorelle musulmani, desidero raggiungervi anch’io con un messaggio di augurio in questo inizio del sacro mese di Ramadan. Lo faccio con stima, pensando all’impegno che accompagnerà questi importanti giorni, vissuti nella pratica del digiuno, della preghiera e nella lettura del Corano. Sarà un’occasione per rinsaldare i legami di fede e per orientare le vostre Comunità alla ricerca di Dio e della sua volontà.
E a questa volontà vogliamo guardare assieme, cristiani e musulmani, in questo tempo assetato di pace, di concordia e di fraternità. L’auspicio che formulavo, scrivendovi lo scorso anno, era la fine della guerra in Ucraina. Quest’anno, non solo la guerra non è finita, ma un nuovo conflitto è iniziato. Un conflitto che reca offesa a quella terra a noi tutti tanto cara e santa e che custodisce le memorie delle tre grandi religioni abramitiche: ebraismo, cristianesimo e islam.
Quanti nel mondo credono, con fede e speranza, s’interrogano nella preghiera: «Perché Signore? Perché nel tuo misterioso disegno hai permesso questo dolore e l’uomo non sa porre limiti all’odio e alla violenza? Perché Signore, Dio giusto e clemente, che conosci il cuore dell’uomo, non c’è pace per questa umanità?».
Si tratta di domande che proprio in forza del nostro dirci credenti dobbiamo raccogliere ed esprimere nella preghiera che è il modo datoci da Dio per far crescere la nostra vita nella sua volontà. Infatti, la preghiera ci aiuta a capire e a ritrovare il senso smarrito del nostro camminare. La preghiera è una strada maestra che ci riporta a Dio.
Ma è anche sentiero che ci riconduce a noi stessi. Sono convinto che anche questo sia un aspetto che va sottolineato e valorizzato in ogni fede. La preghiera sincera, infatti, ci aiuta a ritornare non solo credenti ma anche umani. Ci allontana dalle ambizioni e dall’odio, dalla superbia e dal rancore. Eleva la mente e purifica il cuore. È storia raccolta, illuminata e riorientata verso il bene comune. È una guida sicura per ricondurci alla nostra identità di creature volute da Dio, di fedeli guidati da valori più alti, fratelli tutti uniti in un’unica umanità senza confini.
L’augurio che formulo per voi e per tutte le persone è di poter essere trasformati dalla preghiera. E che il nostro andare con la preghiera a Dio ci doni una nuova umanità, rinnovata nella memoria, nei gesti, nelle parole e nei pensieri. Possa la preghiera ridonarci la pace.
+ Claudio Cipolla
vescovo di Padova