Il mal di testa che costa 7,6 miliardi di euro
Patologia “invisibile” quanto estenuante. In Italia circa 6 milioni soffrono di emicrania che impedisce anche di lavorare
Il martellante dolore “in mezzo al cranio” (come vuole l’etimologia) è una malattia neurologica: la terza patologia più frequente e la seconda più disabilitante del genere umano secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Emicrania significa una “tempesta” che può durare, in acuto, fino a 72 ore. Ma anche limiti alle attività quotidiane in casa, a scuola, al lavoro e nel tempo libero. Colpisce, in particolare, la fascia d’età tra i 35 e i 45 anni. E in Italia sono circa 6 milioni le persone che soffrono di cefalee.
Dal quinto congresso dell’European Academy of Neurology (Oslo 29 giugno-2 luglio) una ricerca su 11 mila pazienti ha contabilizzato la stima aggiornata dei costi del “mal di testa”.
In Europa, fra i 18 e i 27 miliardi di euro all’anno.
In Italia, la perdita di produttività dovuta all’emicrania in persone con 4 o più giorni di malattia al mese raggiunge i 7,6 miliardi di euro di costo annuo.
«L’emicrania ancora troppo spesso è considerata solo come forte mal di testa – afferma Lara Merighi, coordinatrice Alleanza Cefalagici - Le persone emicraniche tendono a nascondersi: se si assentano dal lavoro, si sentono giudicate e stigmatizzate. Finalmente, si fa piena luce su una malattia invisibile e debilitante».