Il futuro va a idrogeno. Bisogna ridurre le emissioni, l’Europa ha deciso di farlo anche se molti altri no
La direzione impressa è proprio quella: non nuove strade, ma veicoli non inquinanti su quelle strade. L’idrogeno sarà la chiave di volta: economico, disponibile, inesauribile.
In futuro si combatterà per l’acqua (già lo si sta facendo), ma fino a ieri si è combattuto per il petrolio, per gli idrocarburi. Una fase storica iniziata circa un secolo fa, e accentuatasi dopo la Seconda Guerra mondiale, quando il mondo si è motorizzato. Negli anni Settanta, chi aveva la mano sui rubinetti del petrolio, condizionava il mondo intero. Guerre, rivoluzioni, colpi di Stato hanno avuto come benzina la… benzina.
Oggi no, e suona quasi come una beffa. Il mondo è pieno di petrolio da estrarre; è soprattutto pieno di gas metano il cui prezzo – come quello del petrolio al quale è collegato – sta scendendo a rotta di collo. Si scoprono ovunque immensi giacimenti di gas, si ideano metanodotti per portarlo da steppe e mari fino alle ricche e fredde case europee, si trasporta in forma liquida in ogni parte del globo… ma l’Europa ha deciso di voltare pagina e di passare dagli idrocarburi alle fonti rinnovabili.
Significa che il nostro futuro energetico sarà fatto di sole, di vento, di onde del mare e soprattutto di idrogeno. Una situazione accelerata da due fatti epocali: il cambiamento climatico innescato dalla troppa anidride carbonica nell’atmosfera; il Covid.
Bisogna ridurre le emissioni, l’Europa ha deciso di farlo anche se molti altri no, Cina in primis. Però se non si dà l’esempio, non si può pretendere che altri ti seguano.
Il Covid poi obbliga le economie europee a rilanciarsi possentemente già da oggi. E la direzione impressa è proprio quella: non nuove strade, ma veicoli non inquinanti su quelle strade. L’idrogeno sarà la chiave di volta: economico, disponibile, inesauribile.
La beffa è che spenderemo centinaia di miliardi di euro in questa transizione energetica, mentre avremmo risparmiato centinaia di miliardi continuando sulla vecchia strada degli idrocarburi. Che dal 2100 rimarranno sostanzialmente sotto terra.
Gli altri ci seguiranno? Per forza. L’Occidente detta gli standard per tutti, non nascondiamolo. E nessuno si potrà permettere di rimanere fuori da questa rivoluzione tecnologica, pena la scomparsa dall’economia del futuro. Sarà un progresso per l’intera umanità, che nel frattempo dovrà imparare a tutelare l’altra grande risorsa che questo pianeta ci dona: l’acqua potabile. È unica e non può essere rimpiazzata dalla Coca Cola.