I primi 70 anni di Graziano Debellini, dall'incontro con Luigi Giussani al mondo degli hotel. Oggi un'agenda ancora assai ricca
Traguarda 70 anni Graziano Debellini, il leader di Comunione e Liberazione a Nord Est (e non solo). Ha fatto di via Forcellini e della Cena di Santa Lucia luoghi di incontro, dialogo, solidarietà e programmazione sociale e politica importanti per la città.
Figlio di un comunista, nasce il 3 ottobre 1953, a Villamarzana, un migliaio di anime nel Polesine. Dal 1977 è sposato con Giulia da cui ha avuto tre figli (Maria, Paolo e Francesca) che l’hanno reso nonno.
«Dopo gli studi superiori nel Seminario vescovile di Rovigo, mi trasferisco a Padova da studente lavoratore. Facevo il cameriere e il lavapiatti, finché ho potuto insegnare nel 1977…» racconta.
La svolta nella vita del giovane Debellini è stata doppia.
All’epoca dell’Università in fibrillazione quotidiana scatta la molla: «L’incontro con don Luigi Giussani, padre nella fede e amico fino alla fine». Con Ezechiele Citton, Igino Gatti e Mario Dupuis comincia la storia di CL in città: dal Murialdo il gruppo si trasferisce in via Forcellini dai padri Verbiti.
D’altro canto, Debellini si misura con il turismo: «Inizio a gestire un piccolo rifugio sull’Adamello. Il primo nucleo di un’azienda che si chiama Tivigest dove opero dal 1979».
Fraternità religiosa e compagnia d’impresa. CL mette radici in città, nel Veneto e oltre. Narra la leggenda che Debellini abbia attovagliato in privato chi doveva scegliere sindaci, rettori e parlamentari. Di certo, alla Cena di Santa Lucia – appuntamento simbolo della solidarietà con decine di progetti sostenuti a Padova e nel mondo – da lustri sfilano quelli che contano, al di là delle appartenenze, con rarissime eccezioni.
Debellini è stato sotto i riflettori a Milano, a sostegno dei Cattolici Popolari di Formigoni e Lupi: «Negli anni Ottanta ho avuto la fortuna di essere nominato amministratore delegato e direttore editoriale di Edit, che possedeva il settimanale Il Sabato e il mensile internazionale 30giorni nella Chiesa e nel mondo. E per un triennio, sono stato scelto come presidente nazionale della Compagnia delle Opere».
Ma CL si dovrà misurare con una tragedia. Lunedì 5 gennaio 1998 esplode il “falò della Befana” nel cantiere di via Forcellini 172 (destinato a diventare collegio, mensa, sala congressi). Perdono la vita Massimo Paulon, 30 anni, e Giulia Vianello di 7, mentre i feriti sono una quarantina.
Negli anni Duemila, Debellini è sempre protagonista. Nel 2012 entra nella giunta di Confindustria Padova. Nel 2017 è nominato nel CdA dell’Istituto Sviluppo Atestino, la “cassaforte” della Diocesi di Trento. Le imprese della CDO spiccano il volo: dalla gestione del Caffè Pedrocchi ai grandi appalti edilizi per il Consorzio Consta, dai panettoni prodotti in carcere dalla coop Giotto fino al business della logistica.
E’ l’epoca dell’inchiesta giudiziaria sui fondi europei. Sentenza di prescrizione (Debellini è difeso da Fabio Pinelli). Ma dovrà risarcire 25.405 euro a Luigi De Magistris in un altro processo…
Oggi Debellini non nasconde la personale attenzione critica sulla guerra in Ucraina, come sul dramma della Palestina. Sorride malizioso, se gli ricordano di aver “profetizzato” Bergoglio prima del Conclave o di aver presentato “l’amico Bersani” ai padovani.
In estate, Debellini si è diviso fra il pellegrinaggio a Lourdes, il tradizionale “tour” negli hotel Tivigest e il rilancio delle attività post-Covid in via Forcellini.
A 70 anni ha un’agenda infarcita: presiede dal 2019 la Scuola Italiana di Ospitalità, fa parte da 18 anni della Fondazione Giovanni Paolo II ed è al vertice editoriale de Il Sussidiario.net.