Giornata diritti, Cri: "Tutelare operatori umanitari"
Valastro in occasione della Giornata mondiale dei diritti umani: "La Comunità internazionale deve ribadire a gran voce l'impegno a tutela della libertà e dell'uguaglianza di ogni donna, uomo, bambina e bambino. Solo così potremo costruire una società libera da odio e violenza che spesso colpiscono anche gli operatori umanitari e gli operatori sanitari"
"Questo momento storico ha un grande nemico: l'abitudine. Alle immagini di sofferenza che arrivano da troppi luoghi nel mondo, al disagio delle nostre stesse comunità, all'insensibilità di fronte al dolore altrui. È nostro dovere non abituarci mai a tutto questo". Lo dichiara Rosario Valastro, Presidente della Croce Rossa Italiana.
"Non possiamo restare indifferenti- aggiunge- di fronte a tutte le persone che nelle zone di conflitto sono prive di acqua, cibo, vestiti e supporto sanitario, a quanti sono in difficoltà economica, a chi è margini della società, a chi subisce violenze. Il nostro compito è quello di non voltarci dall'altra parte e di impegnarci ancora e di più per difendere i diritti fondamentali riconosciuti ad ogni persona, affinché siano sempre più una base solida della nostra società, della nostra democrazia, e riescano a garantire a tutti gli esseri umani eguale dignità, in ogni circostanza. L'azione dei 150mila Volontarie e Volontari della Croce Rossa Italiana è nel primo Principio dell'Associazione, l'Umanità".
Il presidente della Croce Rossa Italiana prosegue: "Da Lampedusa agli altri porti italiani dove svolgiamo accoglienza alle persone migranti, nei quartieri delle nostre città dove assistiamo i senza fissa dimora che vivono in solitudine, nei centri dove supportiamo le persone indigenti o che non hanno accesso alle cure mediche necessarie. Da Gaza all'Ucraina, quella stessa Umanità ci permette, da 160 anni, di essere ovunque c'è qualcuno che soffre. L'Umanità è la ragione per cui non ci abitueremo mai all'odio, non resteremo mai indifferenti e non ci volteremo dall'altra parte davanti a chi si trova in difficoltà".
Secondo il Presidente della Croce Rossa Italiana, "nella Giornata mondiale dei Diritti Umani, la Comunità internazionale deve ribadire a gran voce l'impegno a tutela della libertà e dell'uguaglianza di ogni donna, uomo, bambina e bambino. Solo così potremo costruire una società libera da quell'odio e quella violenza che, purtroppo, molto spesso colpiscono anche gli operatori umanitari e gli operatori sanitari".
Il 10 dicembre del 2018, proprio in occasione di questa Giornata, la CRI lanciò la sua campagna "Non Sono Un Bersaglio", che si iscrive nella più ampia iniziativa del Movimento Internazionale di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa intitolata "Health Care in Danger" (HCiD), e volta a fronteggiare il crescente numero di aggressioni ai danni del personale sanitario nel nostro Paese. La Croce Rossa Italiana ha recentemente preso parte ad una iniziativa dell'Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e sociosanitarie (ONSEPS) presso il Ministero della Salute per mappare, a livello nazionale, gli episodi di violenza ai danni dei professionisti sanitari e sociosanitari che si sono verificati nel 2024. Nella seconda metà di ottobre, è stato quindi somministrato un questionario anonimo a Volontari e dipendenti che, nell'anno in corso, hanno svolto un servizio nelle attività sanitarie e sociosanitarie della CRI. Dall'indagine è emerso che sono 1.088 (su un totale di 3.457 risposte pervenute dal sondaggio) gli operatori della CRI ad aver subito almeno un'aggressione fisica, verbale e/o contro la proprietà negli ultimi 12 mesi, 711 delle quali multiple. La maggior parte degli operatori (969) ha subito un'aggressione di tipo verbale, mentre 266 di tipo fisico. Sono invece 216 coloro ad aver segnalato di aver subito un'aggressione sia fisica che verbale. 695 operatori della CRI hanno ricevuto almeno un'aggressione da parte di un utente/paziente, 440 da parte di un parente/caregiver o conoscente dell'assistito e 233 da parte di estranei.
"I dati che sono emersi sono preoccupanti, ci fanno riflettere su quanto sia importante continuare a mantenere alta l'attenzione sul drammatico fenomeno della violenza perpetrata ai danni di coloro che sono impegnati a soccorrere e prestare assistenza ai più vulnerabili. Tanto durante un conflitto quanto in tempo di pace, gli operatori sanitari non sono un bersaglio", conclude Valastro. (DIRE)