Firmato nella Chiesa di Sant’Antonio a Terni il gemellaggio tra il “Cammino dei Protomartiri Francescani” e “Il Cammino di Sant’Antonio”

Diocesi di Terni-Narni-Amelia, Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei frati minori conventuali del nord Italia, Provincia Serafica S. Francesco d’Assisi dei frati minori dell’Umbria e Compagnia dei Romei insieme per promuovere la spiritualità francescana, dalla valle ternana alla pianura padana
Firmato nella Chiesa di Sant’Antonio a Terni il gemellaggio tra il “Cammino dei Protomartiri Francescani” e “Il Cammino di Sant’Antonio”

Ieri sera, 16 gennaio, a Terni, nella Chiesa di Sant’Antonio, che dal 2010 è Santuario diocesano dei Protomartiri francescani, al termine della solenne celebrazione eucaristica per la festa dei Protomartiri francescani, è stato ratificato il gemellaggio tra “Il Cammino di Sant’Antonio” e il “Cammino dei Protomartiri Francescani”, siglato per le vie brevi il 13 giugno dello scorso anno. Il progetto coinvolge quattro realtà cattoliche: la Diocesi di Terni-Narni-Amelia, rappresentata dal Vescovo mons. Francesco Antonio Soddu, già presidente di Caritas Italiana; la Provincia Italiana di S. Antonio di Padova dei Frati minori conventuali del nord Italia, nella persona del ministro, padre Roberto Brandinelli, in rappresentanza del “Cammino di Sant’Antonio”; la Provincia Serafica S. Francesco d’Assisi dei Frati Minori dell’Umbria, con il Rev.do padre provinciale Francesco Piloni, Ofm, e il dott. Alessandro Corsi, Priore della Compagnia dei Romei.

Un gemellaggio di cui si parlava da tempo e che è particolarmente significativo non solo per la testimonianza del martirio dei cinque francescani originari di Terni, ma anche per la storia dell’ordine francescano stesso e per quella di sant’Antonio.

La firma ribadisce infatti la contiguità spirituale tra i protomartiri originari della valle ternana uccisi a Marrakech il 16 gennaio 1220 - Berardo da Calvi, suddiacono; Ottone da Stroncone, sacerdote; Pietro da S. Gemini, Accursio e Adiuto di Narni, conversi – e quello che divenne poi frate Antonio, allora canonico agostiniano di nome Fernando, che li aveva conosciuti a Coimbra, mentre si stavano recando in Marocco per evangelizzare le terre dei non cristiani. Il sangue di quei giovani frati, i cui corpi senza vita, rientrati a Coimbra, vennero visti dal giovane don Fernando, divenne così il seme della vocazione minoritica di colui che fu poi universalmente conosciuto come sant’Antonio.

I due cammini, lungo lo strade di Antonio, da Camposampiero a Padova e a La Verna (AR), con alcuni nuovi tratti (Gemona del Friuli-Padova, Cassino-Rieti sul Cammino di San Benedetto, e Rieti-La Verna sulle orme di Francesco) e lungo le strade dei Protomartiri francescani nel territorio diocesano di Terni-Narni-Amelia, raccontano insieme la storia della spiritualità francescana agli inizi del Duecento.

«Il gemellaggio tra i due cammini – ha commentato a margine fr. Roberto Brandinelli – conferma e suggella la comunione d'intenti tra i proponenti di Padova e di Terni. La speranza è che il pellegrino di oggi possa avvicinare le figure di santità di Francesco d'Assisi, Antonio di Padova e dei protomartiri francescani, trovandone feconda ispirazione per la propria vita».

Nel corso dell’omelia della celebrazione, il vescovo mons. Soddu ha invocato il dono urgente della pace: «Quanto noi dobbiamo chiedere al Signore la pace, quanto noi dobbiamo adoperarci per la pace! Ciascuno di noi nella preghiera deve chiedersi che cosa possa fare in proposito… Questa domanda ci pone sulle orme dei santi protomartiri francescani che hanno saputo rispondere a un simile interrogativo mettendo in gioco la propria vita». Ha quindi concluso il suo intervento nella preghiera: «Concedici, o Signore, che per intercessione dei nostri cari santi protomartiri francescani, uniti ai santi Francesco e Antonio di poter essere ancorati alla fermezza del tuo amore, alla sua bellezza, al suo fascino, spesso esigente, ma totalmente vero, che si rende reale nelle situazioni concrete della vita, attraverso la sempre attuale parola di salvezza».

Fonte: Sala Stampa Messaggero di Sant'Antonio

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