Este e Torreglia. Alternanza scuola-lavoro? Si fa in parrocchia
Le parrocchie di Este e Torreglia collaborano con gli istituti comprensivi della zona nell'alternanza scuola-lavoro: dieci i ragazzi impegnati tra patronato e bellezze artistiche.
Alternanza scuola-lavoro uguale noia, tempo sprecato a fare fotocopie e nulla da imparare. Per i diciottenni che la pensano così, ci sono delle alternative che vale la pena prendere in considerazione.
Don Michele Majoni, vicario parrocchiale a Santa Tecla di Este, ha deciso di contrastare situazioni di noia legate alla prima esperienza di lavoro di molti diciottenni con un progetto che lo scorso anno ha interessato due scuole superiori locali, coinvolgendo in tutto nove ragazzi: quattro ragazze dell’istituto superiore Atestino hanno svolto un centinaio di ore di lavoro affiancando la segretaria del patronato del Redentore nelle sue mansioni di archiviazione, contabilità e amministrazione. Due giovani liceali sono stati impiegati nell’allestimento grafico del sito internet della parrocchia del Duomo e nell’inserimento di video, realizzati da loro stessi, sul grest e la festa dei giovani. Tre ragazzi invece hanno avuto il ruolo di “capo-grest” nella stessa parrocchia.
«Sono felice della collaborazione avviata con gli istituti superiori della zona, e di poter accompagnare gli studenti nel mondo del lavoro. Qui i ragazzi si mettono in gioco davvero, lavorando attivamente e traendo soddisfazione dal proprio lavoro – commenta don Michele – Ora è in fase di definizione, con l’istituto Masotto di Noventa Vicentina, un progetto museale: gli studenti saranno impegnati nell’accoglienza e la guida dei turisti nelle chiese della zona di particolare interesse artistico e culturale».
Di carattere culturale è anche la proposta di don Giulio Osto, collaboratore della parrocchia di Torreglia, che lo scorso anno ha affiancato, nel ruolo di tutor, un giovane del liceo scientifico Alberti di Abano. Il progetto, denominato "Beatrice", esprime il proprio valore culturale e teologico a partire proprio dal nome. «Progetto Beatrice è un titolo che richiama il viaggio di Dante. Lo sfondo è quello di un viaggiatore, una guida e un ambito ben preciso definito dalla terza cantica della Divina Commedia: il Paradiso», precisa don Giulio.
Il progetto, che richiede 82 ore di lavoro, si articola in due fasi: 17 ore riservate alla studio dei materiali inerenti al luogo da valorizzare, all’approfondimento di alcune tematiche, alla redazione di un testo per la preparazione di materiali informativi. Le restanti 65 ore sono dedicate all’apertura e alla custodia della chiesa di San Sabino a Torreglia, antica pieve di assetto settecentesco che custodisce diverse opere di interesse, e poi all’accoglienza delle persone con l’illustrazione del luogo e visite guidate. L’iniziativa si rivolge in particolare ai ragazzi che frequentano i licei, supportati dalla conoscenza della cultura classica.
«Il progetto – spiega don Osto – ha interessato la chiesa di San Sabino, ma può essere “esportato” in qualsiasi parrocchia dove siano presenti luoghi di culto di pregio. Se ci fossero altri parroci interessati, io sono disponibile per stendere un progetto insieme».