Doposcuola gestiti dalle parrocchie. È un tempo ricco di senso e contenuti
Alcune coordinate a cura di Barbara Pastò, pedagogista e presidente del comitato scientifico della Fondazione Bortignon
Provare a ragionare sul significato e sulle potenzialità del dispositivo doposcuola, implica alzare lo sguardo e immaginare una serie di molteplici connessioni tra dimensioni diverse della vita di bambini e ragazzi in questo tempo e in questo spazio inteso come realtà familiare, sociale e culturale.
Questo raccontano i ragazzi che frequentano i doposcuola attivati in alcune parrocchie della Diocesi di Padova, rispondendo ai questionari-intervista proposti dalla Caritas diocesana, che ci parlano di tempi, spazi, relazioni, coetanei, adulti, apprendimento, impegno, gioco.
Ho condotto la supervisione a un gruppo di educatori di alcuni doposcuola della provincia di Padova, ai quali avevo chiesto di individuare le parole chiave della loro idea attraverso la realizzazione di un acrostico ovvero un gioco linguistico finalizzato alla costruzione di un componimento poetico nel quale le prime lettere di ogni verso, lette per ordine, danno un nome o altre parole determinate.
Ecco le parole che sono emerse e che mi permettono di analizzare le potenzialità del doposcuola.
Dove Opportunità Persone Obblighi Si Creano Unendo Ordine Lavoro Allegria
È questa definizione che esce dal lavoro descritto, un’attenta analisi di come questo dispositivo può rappresentare uno spazio privilegiato perché i ragazzi facciano esperienza dell’equilibrio tra il tempo dell’impegno e quello dello svago, attraverso una ciclicità che alterna i momenti di gioco con quelli di lavoro, il tutto condiviso con i coetanei.
Il tempo dedicato ai compiti per casa rappresenta spesso, in famiglia, un tempo faticoso, inquinato da un’elevata conflittualità o quanto meno dalla percezione da parte di bambini, ragazzi e genitori di un tempo rubato ad altro: al gioco, alle attività familiari, allo svago, alla compagnia di amici.
La proposta del doposcuola permette di poter condividere questo tempo con i coetanei, facendo esperienza di una feconda collaborazione, collocandolo in orari e spazi precisi così da contenerlo e non permettergli di invadere, anche solo col pensiero, troppi momenti di vita familiare o sociale.
Ma nello stesso tempo offre ai ragazzi una regolazione nell’uso del proprio tempo che spesso manca nei lunghi pomeriggi trascinati tra tv e videogiochi, dentro una percezione alterata del tempo dedicato alle diverse attività.
Inoltre restituisce il tempo della compagnia reale e non virtuale con i coetanei, esperienza che alcuni di loro possono fare solo a scuola o nelle attività sportive e non più in spazi liberi o nelle proprie case e che risulta essenziale per la crescita di persone complete, capaci di assumere il proprio posto nel mondo.
Diventare Ora Per Ora Studenti Consapevoli Unici Originali Liberi Amici
Le attenzioni che emergono in quest’altra definizione sono rivolte a diverse dimensioni. Prima fra tutte quella del divenire, dell’evolvere, del crescere, favorita dalla ritualità, dall’ora per ora, dal giorno per giorno, dalla quotidianità che si fa esperienza e che costruisce identità nella relazione. Il ritrovarsi «sempre alla stessa ora» come suggerisce la volpe al Piccolo principe nel capolavoro di Saint Exupery, crea un rito che attiva il desiderio dell’incontro e favorisce l’addomesticare, ovvero, nel linguaggio del Piccolo principe, la relazione autentica, profonda, giocata sulla vicinanza reale e non solo sulla virtualità.
Lo sguardo si posa anche sull’importanza per i ragazzi di prendere consapevolezza dell’esperienza dell’essere studente, di poter essere accompagnati ad elaborare ciò che imparano ogni giorno a scuola attraverso le proposte di apprendimento ma anche le dinamiche relazionali che la caratterizzano.
Il doposcuola può diventare quasi un’occasione di “meta scuola”, un’opportunità per ripensare a ciò che si è vissuto o imparato per cercarne il senso, attraverso il confronto con i compagni di classe presenti o altri ragazzi con esperienze simili ma un po’ diverse da mettere in relazione e con gli educatori che portano altri punti di vista. Per questo è importante che tali figure di accompagnamento siano qualificate e in continua formazione, per poter costruire contesti vitali, in cui ognuno trovi il suo posto.
Tweet again di Giacomo Bevilacqua
Pace, democrazia, doposcuola…
Cosa lega fra loro i temi di questo mese di scuola a tutto campo? Scriveva Kant che la pace è un imperativo categorico per gli Stati, auspicando la nascita di una loro federazione e di un diritto internazionale allo scopo di risolvere pacificamente i conflitti che possono sempre sorgere. La politica, quando sposa il metodo democratico, si fa carico a sua volta dei molti contrasti di opinione, di interesse ecc. , per affrontarli in modo pacifico, sostituendo alla guerra la discussione, la mediazione, l’accordo, il compromesso, le elezioni, l’alternanza al governo, la separazione dei poteri ecc. nel rispetto reciproco di tutti. Dalle nostre parti, queste cose bisognerebbe averle imparate a scuola. Al limite anche nel doposcuola. È pacifico. Ma forse il problema è quello che poi tanti fanno nel dopo scuola.