Da Chernobyl alla guerra in Ucraina, Valentina riaccolta a Palermo dopo 28 anni
La giovane ucraina che oggi ha 36 anni è di nuovo ospite della famiglia che per anni l’ha accolta durante le vacanze dopo il disastro della centrale nucleare. Dopo la fuga da Kiev il desiderio di ricostruirsi una vita in Italia
Con la stessa emozione e lo stesso affetto di 28 anni fa, la famiglia Bonanno ha riaccolto Valentina Gladyshchuk, giovane ucraina che oggi ha 36 anni in fuga dalla guerra. La ragazza, originaria di Kiev, all'età di 8 anni, dopo il disastro di Chernobyl, è stata ospitata per parecchi anni durante le vacanze dalla famiglia che ha tre figli. Lo scorso primo aprile è arrivata a Palermo dove sta iniziando un nuovo percorso di vita.
"Le vogliamo molto bene. Con lo scoppio della guerra abbiamo sofferto e temuto molto per la sua vita. Fin da subito abbiamo mantenuto i contatti con Valentina che ci faceva vedere le foto del rifugio dicendoci che stava bene - racconta Grazia Bonanno -. Appena abbiamo saputo che c'erano due giorni di tregua le abbiamo detto di scappare da Kiev al più presto perché la situazione diventava sempre più pericolosa. Nel frattempo, con tanti amici abbiamo raccolto una somma di denaro che le abbiamo fatto avere per affrontare le spese necessarie. Tramite l'associazione dei vigili del fuoco, nel periodo dello scoppio della centrale nucleare di Chernobyl, abbiamo conosciuto Valentina il cui papà era anche lui un vigile del fuoco. Lei 28 anni fa, infatti all'età di 8 anni, aveva iniziato a trascorrere in affidamento le vacanze con noi e i nostri tre figli. Ricordo che era pallidissima ma poi ha beneficiato del sole e del nostro mare. Tutto questo è avvenuto fino all'età di 16 anni. Averla adesso nuovamente con noi è una grande gioia. Anche questa volta, vivendo ansia e paura della guerra, Valentina è arrivata fisicamente molto provata. Gradualmente siamo riusciti a rimetterla in forze e adesso sta bene".
Valentina, come è arrivata in Italia, dopo lo scoppio della guerra?
Ho avuto all'inizio del conflitto molta difficoltà a credere e soprattutto ad accettare che fosse davvero scoppiata la guerra. Era difficile spostarsi tra un coprifuoco e l'altro in cui dovevamo scendere nei rifugi. Mia madre non voleva partire ma poi sono riuscita a convincerla. Con soli due zaini, partendo da Kiev, è stato un viaggio lungo e molto faticoso che ho affrontato con mia mamma che ha 70 anni, inizialmente dirette in Polonia, vicino a Cracovia, dove vive mia sorella. C'era molto freddo e, dopo un percorso molto travagliato, fatto di mezzi di fortuna, finalmente con il treno siamo riuscite a raggiungere Leopoli. Un volontario della Crocerossa ci ha fatto salire in macchina per portarci al confine con la Polonia da dove poi abbiamo fatto un ultimo tratto a piedi. Dopo avere sentito sirene ed esplosioni di bombe eravamo finalmente salve e potevamo respirare la pace. All'inizio siamo state assistite nei centri delle organizzazioni internazionali e dopo abbiamo riabbracciato mia sorella. In Polonia sono stata un mese.
Nel frattempo era in contatto con la famiglia Bonanno?
Anche prima dello scoppio della guerra loro mi hanno contattata perché erano molto preoccupati per me, prevedendo quello che sarebbe successo. 14 anni fa nel frattempo è morto mio padre a cui ero legatissima. Giovanni e Grazia mi hanno anche a poco a poco convinta, con tutto l'affetto di sempre, a ritornare a Palermo dove sono stata nuovamente accolta come la loro quarta figlia.
Com'è stato il suo ritorno dopo tanti anni?
Molto bello ed emozionante. Loro sono davvero sempre stati per me la mia seconda famiglia. Ero dimagrita di 8 chili e sono arrivata stanchissima, perché dormivo nell'ultimo periodo molto poco. Rispetto a tanti altri miei amici sono stata molto fortunata.
Oggi come sta a Palermo?
Sto bene, ma ho ancora qualche difficoltà ad avere il sonno notturno regolare. In questo momento è come se avessi una seconda vita perché divido la mia vita di prima della guerra da quella di adesso, completamente diversa. Sono stata sempre sotto stress e adesso mi sto fortunatamente riprendendo; sto finalmente respirando con pensieri più sani e più liberi. Ancora non riesco a guardare il mio futuro ma solo quello di ogni giorno a breve termine e a piccoli passi. A volte mi sento molto in colpa perché molti miei amici, rispetto a me, sono a rimasti a Kiev.
Cosa desidera in questo momento?
Pensavo di ritornare in Italia ma non avrei immaginato di farlo a causa della guerra. La prima cosa è quella di ritrovare pienamente la mia serenità anche se il mio pensiero va sempre a tutte le persone che ho lasciato nel mio Paese. Ho il diploma dell'istituto alberghiero ed una laurea triennale in chimica. Sto cercando di migliorare anche la lingua italiana. Vorrei al più presto trovare una occupazione.