Crisi energetica e parrocchie. Parsimonia è la parola chiave. E tutela dei più fragili

In Diocesi. Nel 2019 le parrocchie hanno speso, complessivamente, 6 milioni di euro per energia elettrica e gas. Si stima che questa cifra triplichi. Che fare?

Crisi energetica e parrocchie. Parsimonia è la parola chiave. E tutela dei più fragili

Mesi di bufera. E non è finita, anche se ci sono segnali “dall’Europa” – sul fronte crisi energetica – che qualcosa sta cambiando. Si stanno discutendo (animatamente) interventi con effetto calmierante sui mercati e meccanismi di solidarietà tra Paesi dell’Ue. Ma il “senso” che una bufera sia in atto – con il conseguente disorientamento dei cittadini – è tangibile. Anche per le parrocchie della Diocesi di Padova, che – come abbiamo raccontato sulla Difesa del 2 ottobre – fanno i conti, e non da ora, con bollette di gas ed energia lievitate. A loro si rivolgono le “note” diocesane sulla crisi energetica per riflettere, pregare, confrontarsi e approfondire. Note per «leggere concretamente la situazione e stimolare la ricerca di possibili interventi». Non uguali per tutte le parrocchie, ma «lasciando ai consigli pastorali e ai consigli per la gestione economica l’adozione di scelte rispondenti alla propria realtà». A far capire quanto sia fondamentale, ora più che mai, che ogni parrocchia valuti bene la propria situazione e decida per il meglio – che vuol dire, come prima cosa, ridurre i costi di energia elettrica e gas per il riscaldamento – ci sono i dati del Rendiconto diocesano: «Nel 2019 – spiega Vanna Ceretta, economa diocesana e direttore dell’Ufficio amministrativo – le parrocchie hanno speso complessivamente su questi due “fronti” un totale di 6 milioni di euro. Negli anni 2020-21, quando il Covid ha costretto tutti in lockdown, la cifra era scesa a 5 milioni. Ora si ipotizza che triplichi e siamo molto preoccupati per le parrocchie e ancor più per le famiglie! Alla Caritas diocesana è in continuo aumento il numero di persone che chiedono aiuto. Ora più che mai è il momento di procedere insieme, senza lasciare indietro nessuno, soprattutto i più fragili. Camminare con l’orizzonte a cui ci ha allenato il progetto della “carità nel tempo della fragilità”».

Negli ultimi mesi, non poche parrocchie hanno bussato alla porta della Diocesi per chiedere aiuto, ma anche chiarimenti, rispetto alle bollette che aumentano. Quelle che fanno parte del Gruppo di acquisto diocesano, costituito nel 2016, si sono trovate in questa situazione: «Nell’autunno dello scorso anno – evidenzia Ceretta – abbiamo fatto una nuova gara di appalto per l’acquisto di energia e gas, chiedendo offerte per energia da fonti rinnovabili e a prezzo variabile, in quanto scelta storicamente vincente. Pensiamo a quanto accaduto nel 2020, ad esempio, con prezzi di
mercato ai minimi storici di cui hanno beneficiato tutti gli aderenti al gruppo di acquisto. Certo, non si poteva prevedere la crisi energetica dovuta alla guerra in Ucraina e la conseguente oscillazione dei mercati, che hanno portato i prezzi a valori senza precedenti. Da dicembre 2021 abbiamo il mandato delle parrocchie del Gruppo di acquisto
di sottoscrivere i contratti migliori. L’obiettivo è tutelarle al massimo. Ecco perché appena troviamo proposte vantaggiose – con l’aiuto del nostro consulente esterno, l’ingegner Giandonato Loporcaro – le cogliamo». Tutelare le parrocchie, per la Diocesi di Padova, vuol dire “misurare” anche l’affidabilità dei fornitori. «Un articolo del Sole 24 ore di alcune settimane fa – sottolinea Loporcaro – riporta questa previsione: entro fine anno 70 fornitori falliranno. Al momento la Diocesi di Padova si affida a due fornitori: Edison e A2A. L’obiettivo è, non potendo prescindere dal mercato flessibile, entrare negli accordi economici migliori. Pur sapendo che il prossimo inverno non sarà facile: dopo anni di tranquillità energetica, ora siamo fortemente sollecitati. Questa situazione può essere per tutti una lezione importante: l’energia è fondamentale per la sopravvivenza e va usata con attenzione e parsimonia». La “spinta” alla cura/custodia del Creato l’ha data papa Francesco, con forza, nella Laudato si’: «La conversione ecologica che si richiede per creare un dinamismo di cambiamento duraturo è anche una conversione comunitaria» (n. 219).

Attenzione alle persone e stile di sobrietà

Contemperare la dimensione pastorale con le valutazioni di ordine economico- gestionale. Ci sono queste due “anime” nelle note sulla crisi energetica consegnate dalla Diocesi di Padova alle parrocchie – nelle mani dei consigli pastorali e dei consigli per la gestione economica – e agli enti diocesani. E c’è un invito, che viene dalla Dottrina sociale della Chiesa: a una profonda conversione, «che richiede di mettere al centro la solidarietà verso chi è nel bisogno e di abbracciare uno stile di autentica sobrietà nelle scelte e negli atteggiamenti». Le note della Diocesi sollecitano gli organismi di comunione, a partire da questi presupposti, prima di tutto a confrontarsi sull’agire pastorale, chiedendosi se sono possibili: sobrietà (personale e comunitaria), condivisione, avvicinare chi è nel bisogno, presentare le situazione di disagio ai servizi sociali del proprio Comune, rendersi disponibili a forme di collaborazione con gli enti locali, favorire il “buon vicinato” come sperimentato nell’orizzonte pastorale “La carità nel tempo della fragilità”. Necessario è inoltre il confronto anche rispetto alle strutture, dove «l’unica soluzione concreta che intravvediamo
– scrive il vicario generale, mons.Giuliano Zatti – è quella di evitare ogni forma di spreco e di recuperare alcune buone pratiche di uso degli spazi e dei locali: dal razionamento dell’elettricità e del riscaldamento all’organizzazione efficiente degli spazi, educandoci tutti alla corresponsabilità che può richiedere qualche sacrificio o rinuncia rispetto alle
abitudini ordinarie». Certo, la situazione si presenta complessa, ma «una forma marcata di austerity rischia di mortificare la gioia dello stare insieme, il senso di accoglienza e di gratuità. Ci è richiesta la sapienza di tenere insieme l’esigenza della partecipazione dei fedeli alla vita della comunità (a partire dalle celebrazione liturgiche di cui dobbiamo preservare la dignità e lo stile della festa) e il dovere dell’accoglienza e cura dei poveri, con l’attenzione a non sprecare e a usare bene delle risorse che disponiamo». Prima la pandemia, che ha duramente segnato le persone, e ora le conseguenze della guerra in Ucraina: «L’attuale situazione non può essere solamente fonte di grande preoccupazione –
sottolinea mons. Zatti – ma rappresenta un’occasione di conversione e di crescita nella responsabilità verso un uso più
consapevole delle fonti energetiche, verso un maggiore rispetto dell’ambiente, suggerendoci il ritorno a usi e “costumi”
ispirati ai criteri del buon senso e della giusta misura. (...) Tutto questo accade mentre la Chiesa italiana e in particolare la nostra Chiesa di Padova ha scelto di vivere il Sinodo, esperienza che ci riporta alla centralità del discernimento comunitario». L’auspicio è che scelta per far fronte alla crisi energetica, e non solo, sia coerente con questo stile.

Parrocchie, corso on line sui consumi sostenibili

Si sta svolgendo il corso on line “Agire per l’ecologia integrale nelle Diocesi e sui territori” promosso da Focsiv, Caritas italiana e Fondazione Lanza. Il 24 ottobre, sul tema “Agire per i consumi sostenibili”, interverranno don Lorenzo Celi e Vanna Ceretta portando l’esperienza del Gruppo diocesano di acquisto energia sostenibile. Info: fondazionelanza.it

Le Comunità energetiche rinnovabili

Alla Settimana sociale dei cattolici italiani, che si è tenuta a Taranto nell’ottobre 2021, si è parlato in maniera approfondita di Comunità energetiche rinnovabili (Cer). «Si tratta di un nuovo soggetto giuridico – si legge in una nota della Conferenza episcopale italiana – composto da un gruppo di singoli soggetti che decidono di autoprodurre, accumulare e scambiarsi energia generata da fonti rinnovabili, nello spirito di una vera comunità e aprendo a nuove esperienze e modelli di sviluppo economico, sostenibile e partecipato». Al momento ancora non ci sono i decreti attuativi, ma qualcosa si sta muovendo. In Diocesi di Padova, una parrocchia manifestato interesse per costituire una Cer.

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