Crescono persone in fuga da crisi subsahariana. Unhcr: “Salvare vite nel Mediterraneo”
L’Agenzia Onu lancia il suo piano strategico 2021 e un appello per raccogliere fondi da destinare alla risposta umanitaria. Cochetel: “Brutali violenze e abusi verso rifugiati e migranti lungo le rotte del Mediterraneo. Molti cadono vittime delle reti della tratta, a volte vengono uccisi o lasciati morire”
![Crescono persone in fuga da crisi subsahariana. Unhcr: “Salvare vite nel Mediterraneo” Crescono persone in fuga da crisi subsahariana. Unhcr: “Salvare vite nel Mediterraneo”](/var/difesapopolo/storage/images/media/openmagazine/il-giornale-della-settimana/articoli-in-arrivo/crescono-persone-in-fuga-da-crisi-subsahariana.-unhcr-salvare-vite-nel-mediterraneo/4345513-2-ita-IT/Crescono-persone-in-fuga-da-crisi-subsahariana.-Unhcr-Salvare-vite-nel-Mediterraneo_articleimage.jpg)
“È necessario che la comunità internazionale faccia di più per salvare le vite dei rifugiati che percorrono rotte pericolose verso il Mediterraneo”. Lo sottolinea l’Unhcr, l’ Agenzia Onu per i rifugiati, che lancia oggi il proprio piano d’azione strategico 2021 e il relativo appello per la raccolta di fondi da destinare alla risposta a tale situazione.
“Le violenze in corso nel Sahel hanno ormai costretto circa 2.9 milioni di persone a fuggire. In assenza di prospettive di pace e stabilità nella regione, è altamente probabile che tali numeri aumenteranno ulteriormente - spiega l’Agenzia in una nota -. Costretti a fronteggiare il protrarsi degli esodi, le condizioni di vita disperate nei vicini Paesi di accoglienza in cui hanno cercato riparo, l’impatto economico continuo della pandemia di Covid e l’assenza di alternative percorribili, in molti continuano a rischiare pericolose traversate via mare per l’Europa. È molto probabile che i rischi di cadere vittime di traffico di esseri umani e abusi, quali rapimenti a scopo d’estorsione, lavori forzati, schiavitù sessuale e violenza di genere per mano di trafficanti e bande criminali, continuino a rappresentare una minaccia".
“Abbiamo raccolto strazianti testimonianze rese in prima persona di brutali violenze e abusi patiti da rifugiati e migranti lungo le rotte per il Mediterraneo. Molti cadono vittime delle reti della tratta e del traffico e subiscono abusi, estorsioni, stupri, e a volte vengono uccisi o lasciati morire”, ha dichiarato Vincent Cochetel, Inviato Speciale dell’Unhcr per il Mediterraneo centrale. “Molte di queste persone fuggono da violenze e persecuzioni e sono portatrici di esigenze di protezione che richiedono risposte urgenti. È di fondamentale importanza che siano assicurate loro protezione e assistenza salvavita nei Paesi presso cui fuggono inizialmente”.
La strategia dell’Unhcr mira a incrementare le capacità d’intervento sul territorio, l’identificazione e l’assistenza ai rifugiati lungo la rotta, nonché a rafforzare l’accesso all’istruzione e i mezzi di sostentamento disponibili nei Paesi di asilo. Inoltre, è di importanza prioritaria svolgere attività di valutazione delle esigenze di protezione di quanti si trovano in località remote e incrementare l’erogazione di aiuti in contanti per i rifugiati vulnerabili che vivono negli insediamenti urbani. Per mitigare il rischio che i rifugiati ricorrano a viaggi pericolosi via terra e via mare, l’Unhcr rivolge un appello agli Stati affinché rafforzino la fruibilità di canali sicuri e regolari, compreso il ricongiungimento familiare, promuovendo inoltre ulteriormente l’utilizzo dei due Meccanismi di transito di emergenza operativi in Ruanda e in Niger per quanti sono evacuati dalla Libia, agevolando in tal modo l’adozione di più soluzioni. In risposta agli abusi segnalati, l’Unhcr, inoltre, intende ampliare le attività di assistenza e i servizi destinati alle persone sopravvissute e consentire un migliore accesso alla giustizia. Inoltre, saranno intraprese azioni supplementari volte a informare e allertare le popolazioni in fuga in merito ai rischi legati alla prosecuzione del viaggio e ai servizi disponibili localmente. Nel corso del 2021, l’Unhcr auspica di poter individuare e assistere un numero più elevato di rifugiati in viaggio lungo queste rotte e nei Paesi di accoglienza e di assicurare maggiore protezione alle persone sopravvissute ad abusi.