Cosa significa essere discepoli di Gesù oggi? Nella fedeltà a ritmi e risorse reali
Come annunciare il Vangelo in questo tempo specifico? Queste le domande chiave di Ripartiamo insieme, le linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid. «Questo tempo ci invita a riconoscere urgente vivere e annunciare il Vangelo come ciò che può unirci e metterci in cammino». Con uno stile preciso
Qualche domenica fa, sostituendo un prete alla messa, passando tra i banchi per la comunione, un bambino di quattro anni chiede guardando con gli occhi curiosi e stupiti al papà: «Ma cos’è?». Mi sono chiesto cosa gli avrei detto io. Non è una domanda nuova, ma nella fila di coloro che venivano a ricevere l’eucarestia fino a un anno fa, era impossibile cogliere lo sguardo meravigliato e la domanda spontanea.
Nella nostra testa parlare di ritmi e risorse della pastorale è fare riferimento a cose ben definite, ma il termine “reale” ci mette in questione.
«Il tempo nuovo che si è aperto ci interroga: che cosa significa essere discepoli del Signore Gesù oggi? Come essere annunciatori del Vangelo in questo tempo specifico?»: sono le domande che Ripartiamo insieme – le linee guida per la catechesi in Italia in tempo di Covid – ci rivolge dall’ascolto della vita delle Diocesi.
Questo tempo ci invita a riconoscere urgente vivere e annunciare il Vangelo come ciò che può unirci e metterci in cammino. Siamo tentati di stabilire un bel programma, ma verremmo meno all’invito a essere fedeli a ritmi e risorse reali.
Non possiamo chiedere ricette, ma intravedere passaggi da vivere per affondare le radici nel terreno e slanciare verso il cielo rami verdeggianti:
- dalle soluzioni da elaborare a reti da creare, dove sono possibili relazioni semplici e nuove, dove ci si dà spazio per comunicare ciò che si vive;
- chiederci “cosa dobbiamo proporre o fare?” oppure chiederci “cosa possiamo offrire e condividere?”;
- i primi a dover cambiare siamo noi stessi: cosa stiamo scoprendo di noi e delle nostre comunità? Come il Signore sta abitando anche il tempo della fragilità e delle nostre incomprensioni?
Possiamo tornare a condividere momenti semplici e veri attorno alla Parola, all’eucaristia e alla domenica come tempo di vita per noi cristiani.
Creatività e realismo non sono improvvisazione e illusione, non è neanche rispondere alle esigenze di ciascuno o lasciare spazio alla nostalgia del “prima era diverso”. Chi oggi partecipa alla vita della parrocchia che cosa può trovare? Potrà respirare e accogliere la parola di speranza del Vangelo? Chi viene per consuetudine può riconoscere una luce per la propria vita?
Ritmi e risorse reali ci ricorda che protagonista è il Signore che continua a seminare nella fragilità dei nostri terreni la sua Parola.
Ci accorgiamo con forza che ad annunciare il Vangelo e a far vivere la comunità cristiana non sono alcuni, ma tutti insieme. È così impossibile dare appuntamento a chi ci sta e chiedersi insieme come esprimere vicinanza alle famiglie e alle persone sole, come essere luogo per ragazzi e adulti nel tempo di solitudine e di isolamento, come essere presenza di ascolto e di relazione?
La realtà coniuga desideri, volti, storie, fatiche e speranze... Così il seme della Parola è stato seminato ed è giunto fino a noi. Così potremmo rispondere alle domande che partono dalla vita.