Coronavirus Covid-19: Kluge (Who Europe), “ogni Paese deve intraprendere azioni più coraggiose. Italia è un modello”
“Ad oggi, 152 Paesi in tutto il mondo sono colpiti da questo nuovo virus e più di 7mila persone hanno perso la vita. Un terzo dei casi segnalati a livello globale si trova nella regione europea. L’Europa è l’epicentro della prima pandemia di coronavirus e ogni Paese, senza eccezioni, deve intraprendere le azioni più coraggiose per fermare o rallentare la diffusione del virus. L’azione più coraggiosa dovrebbe includere l’azione di tutta la comunità. Pensare che ‘questo non mi riguarda’ non è un’opzione”.
Lo ha detto ieri Hans Henri P. Kluge, direttore Europa Oms/Who Europe, in conferenza stampa in remoto da Copenhagen. Riconoscendo che la Regione europea è “vigile e in guardia” e che l’Italia “è diventato il modello a cui si guarda sulle misure da mettere in campo”, Kluge ha richiamato i quattro scenari “Four Cs” dell’epidemia: nessun caso, primo caso, primo cluster, prime evidenze di trasmissione comunitaria. “Ogni singolo Paese – ha avvertito – deve valutare la propria situazione e il proprio contesto, compresa la diffusione del virus, le misure in atto e l’accettabilità sociale e adottare gli interventi più appropriati. Tuttavia, tutti dovrebbero lavorare per prepararsi ed essere pronti; rilevare, proteggere e trattare; ridurre la trasmissione; innovare e apprendere, proteggendo le persone vulnerabili”. Importante informare la popolazione e guidarla a proteggere se stessa e gli altri. Inoltre, “le strutture sanitarie devono disporre delle attrezzature necessarie per prendersi cura delle persone gravemente colpite e per proteggere gli operatori sanitari dall’esposizione”.
In Europa, ha osservato ancora Kluge, ora esistono “piani di risposta nazionali con efficaci misure multisettoriali e una forte capacità di test di laboratorio. L’esperienza della Cina e di altri dimostra che i test e la tracciabilità dei contatti, combinati con misure di allontanamento sociale e mobilitazione della comunità, se attuati in modo rapido ed efficace, possono prevenire le infezioni e salvare vite umane”. Who regional Offic for Europe sta fornendo consulenza tecnica, raccoglie e condivide informazioni e innovazione con tutti i 53 Stati membri. Dopo avere illustrato gli interventi di Who Europe in corso – tra cui 40 missioni in loco, una delle quali in Italia -, Kluge ha spiegato che “le risorse sono fondamentali per sostenere i nostri sforzi in modo che nessuno venga lasciato indietro, né a margine. Tutti nella società hanno un ruolo da svolgere: non essere infettati da soli e, se si è infetti, proteggere gli altri, in particolare gli anziani e le persone con condizioni mediche di base. Sono tempi senza precedenti – ha concluso -. È importante che i Paesi lavorino insieme, imparino gli uni dagli altri e armonizzino gli sforzi. Il virus può essere sconfitto, dalla solidarietà all’interno delle comunità, all’interno delle nazioni e all’interno della nostra regione, insieme alla resilienza psicologica individuale”.